Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. III. - I SETTE HE DI ItOMA.
      clic facesse mettere in croce quei Romani, che per sottrarsi a cosi grave fatica si davano la morte, è riferita anche a proposito del primo di questi due re. (l) È chiaro che il posteriore processo di differenziazione mirò a rendere più cupe e fosche le tinte con cui rappresentava il Superbo, il tiranno fedifrago distinto dal Prisco, il quale però sarebbe anche lui salito sul trono con il tradimento.
      Analoghe considerazioni suggeriscono le notizie relative alla costruzione delle mura, a proposito delle quali, però, viene fatta anche menzione di Servio Tullio. A codesto Tarquinio la tradizione assegna molto più di ciò che in realtà avrebbe potuto compiere. La struttura delle mura di Roma, non può essere opera del VI a. C., e dopo le diligenti ricerche dell'età nostra ninno ormai dubita che l'opera di difesa, che va sotto il nome di questi tre re, appartenga al secolo IV, nel quale di essa dalla tradizione antica meno incerta si fa realmente menzione. (*) Dionisio discorrendo della cinta serviana, ove narra fatti relativi al 4GB a. C. la confronta con l'estensione di Atene. (3) Nel fatto il grande perimetro di tale
      (') Plix. MI. XXXVI, 107: * cui» id opus (cioè le cloache) Tarquinins Pri-scus plebis manihus faceret, essetque labor inceri uni maior an longior, passim conscita nece Quiritibns taedinm fugientibus, novom et inexcogitatum ante po-steaqne remedium invenit ìlio rex ut omnium ita defunctorum corpora iìgeret cruci spectanda simili civibus et feris volucribnsqne laceranda. quamobrem pudor Romani nominis proprius... lune quoque subvenit, sed ilio tempore in post vi-tan» erubescens, cuin puderet vivos tamquam puditurnm esset extintos Si confronti Sunv. ad Aen. XII, 603 = fr. 15 P. " Cassius autem Heniina ait, Tarquinium Superbuin, cuin cloacas popolimi fact're coegisset et ob liane iniuriam multi se suspeudio necarent, iussisse corpora eorum cruci affigi, tnne primuin turpe lia-bituni est mortem sibi consciscere „. Si legga ancora quanto Livio, VI, 82, 2 racconta all'anno 377 a. C. rispetto alla plebe obbligata a fare le mura della città. Non v'e chi non veda come con tali opere si riconnetta direttamente anche il racconto di Tarquinio Superbo, il primo inventore dei tormenti, delle pene personali, dei " carmina cruciatus „. Cic. prò C. litib. peni, reo, 4, 13 (cfr. invece Phfl. 111,5, 10, dove .si dice l'opposto), Liv. I, 49, 56. Ciikon. an. 354 (Suet. rei. Reiff. p. 320). Lyd. de mens. IV, 24.
      (*) Accetto nel complesso le pregevoli osservazioni di 0. Richter, ueber antike Steinmetzzcicheu (Berlin, 1SS5J, cfr. Topo'jr. rou liom. (nell'llandbnch di 1. Muellkr) III, p. 75S sgg.
      C) Dion. IIal. IV, 58.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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