Storia di Roma di Ettore Pais

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      A QUALE ETÀ VADANO RIFERITI I MONUMENTI DEI TARQUINÌ. 349
      cinta conviene anche esso allo stato signore di buona parte del Lazio, del paese volsco e dell' Et furi a meridionale, che si apparecchia a combattere i Campani ed i Sanniti. (') L'esame architettonico della cloaca massima, avrebbe prima d'oggi fatto comprendere essere impossibile reputare opera del secolo VI ciò che venne compiuto verso il tempo stesso in cui si circondava la città di mura di sasso, vale a dire, verso il secolo IV. (*)
      Simili osservazioni vanno fatte rispetto al Campidoglio. Non mancano notizie dalle quali si apprende che solo nel 389 a. C., vaie a dire dopo la partenza dei Galli, furono fatte le costruzioni del grande tempio. (s) La storia della quadriga fittile fatta a Veio al tempo di Tarquinio Superbo, non meno della storiella dell'auriga veiente morto a Roma presso la porta Ratumena, convengono, anziché al secolo VI, all'età di Camillo, che, vinta e presa Veio, trasportò a Roma vari culti e statue di divinità. Al medesimo risultato si arriva esaminando la favoletta della vecchia che al Superbo vendette i libri sibillini. Spogliata dell'elemento fantastico, quella storiella vorrebbe significare che nell'età del secondo Tarquinio in Roma ebbe accoglienza ufficiale il culto di Apollo giunto da Clima. Ma se può ammettersi senza difficoltà, che sino dalla fine del secolo VI i Romani nel ricevere i semi della cultura greca non fossero da meno dei loro amici di Cere(i quali verso gli stessi decenni avevano realmente inviata una ambasceria a Delfo) (4) possiamo tuttavia esporre il dubbio che Clima, non ancor conquistata dagli Oschi, si spogliasse a beneficio degli altri stati, di quegli oracoli, che gelosamente custodiva per se. Xel tempio consacrato a Giove, a
      (') Della fabbricazione delle mura di Roma, parla infatti Livio, VI, 32; VII, 20 agli anni 377, 353 a. C.
      (*) È appena necessario rammentare che la struttura a volta non può appartenere al VI e tanto meno al VII secolo, e che i più antichi esempi noti nella Penisola ed in Sicilia o per meglio dire, tali che indichino la derivazione pure ellenica della volta, appartengono alle fortificazioni siracusane di età relativamente avanzata.
      (4) Liv. VI, 4 ad a. 38S a. C. Sul valore di queste e delle precedenti indicazioni v. oltre al cap. VI.
      O Herodot. I. 167.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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