Storia di Roma di Ettore Pais

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      373 CAI». III. - I SETTE HE DI ROMA.
      Giunone, a Minerva, alla triade capitolina si sarebbero ufficialmente accolti i responsi di Apollo. Ma se i fatidici carmi di questo dio e della sua profetessa cumana erano già accolti prima del 509 a. C., se questi derivavano, come la tradizione suona, dal tempio di Apollo cumnno, come mai solo nel 433 a. C., secondo la stessa tradizione romana, si pensò ad erigere un tempio ad Apollo, il quale era, come mostrano ad es. la storia dei Ceriti e la leggenda degli Iperborei il più diffuso, il più onorato degli dei greci fra i barbari d'Italia? Contro l'accoglienza dei carini sibillini prima del 509 nel massimo tempio del culto nazionale sta ancora la circostanza che il tempio di Apollo, che si dice votato la prima volta nel 433 a. C. (') non venne edificato entro il pomerio. Stando dunque alla tradizione ai responsi di Apollo accolti nel tempio di Giove Capitolino si sarebbe accordata la cittadinanza; questa invece sarebbe stata negata al dio stesso, non solo al tempo in cui si acquistavano i libri sibillini, ma persino settanta anni dopo, quando per ordine degli stessi libri sibillini, come ci ò espressamente attestato, gli si innalzava 1111 tempio. Ciò è addirittura strano. E chiaro invece che Apollo, a confessione degli stessi sacerdoti, non ebbe dapprima accoglienza in Roma che come culto forestiero. Ciò sarebbe avvenuto nella seconda metà del V secolo. Ma vi è un dato il quale mostra come anche questa seconda versione non sia autentica, e che il piìi antico tempio di Apollo non fu edificato che verso il 353 a. C. (¦) Allorquando, molto più tardi, sul Palatino, che due secoli prima aveva ospitata la frigia Madre degli Dei, si innalzò un tempio ad Apollo, in questo si trasportarono i responsi sibillini. (8) So ciò non si era fatto nel 433, o diremo meglio nel 353 a. C., vuol dire che il piìi antico tempio volto verso il Campo Marzio non era riconosciuto come un santuario destinato al culto di divinità nazionali. D'altro
      (') Liv. IV, 25, 3 c. 433 a. C; cfr. ih. 29, 7 ad a. 431. L'Apollinare che Livio, III, 63, 7 ricorda nei prati Flaininini per l'a. 449 a. C. ossia nel luogo dove solo nel 431 o nel 353 secondo altre tradizioni a. C. fu dedicato il tempio di Apollo è un evidente anticipazione v. nel cap. sg.
      H Liv. VII, 20, 9: ¦ et aedis Apollinis dedicata est (') Suet. Aug. 31.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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