Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. III. - I SETTE RE DI ROMA.
      reduce da Delfo bacia la terra come la comune madre, ricorda miti greci; il che è più che naturale data l'origine forestiera del culto della Madre Idea. (l) Aneddoti narrati da scrittori greci stanno pure a base della storia di Mezzio Fufezio; (*) la testa di Servio quando è fanciullo, arde alla stessa maniera di quella di Esculapio, (3) e la morte di Tarquinio, per opera di falsi pastori, si ritrova in fondo in quella di Clearco signore di Eraclea. (')
      Tralasciamo di dar soverchia importanza a particolari, che possono spiegarsi in grazia della tarda età di tali racconti. Per mezzo della natura poetica o romanzesca di alcune di queste redazioni letterarie si spiega ad es. il nome di Etiope dato al servo che accompagna Sesto Tarquinio. (6) Diamo invece qualche peso alla circostanza che il significato fondamentale attribuito agli antichi re romani si comprende solo per mezzo dei personaggi greci che furono presi a modello. Non è casuale il confronto che Plutarco istituisce fra Romolo e Teseo, fra Licurgo e Numa. Se a lui viene in mente di paragonare fra loro questi due personaggi, la ragione sta in ciò che coloro che crearono le gesta dei primi re ebbero appunto in mente, da un lato il fondatore dello stato politico ateniese, dall'altro quello dello stato spartano, con le cui istituzioni, i Romani, non meno delle altre razze sabelliche, comparavano volentieri le proprie. I Sanniti ed i Sabini si reputavano di sangue spartano, ed i Romani che si credevano discesi dai Sabini, sino dall'età di Catone almeno avevano accettato questa credenza. (c)
      Nell'efficacia che, a partire dal secolo V, sulle varie genti sabelliche esercitò la spartana Taranto, va cercata l'origine di una simile
      (') V. ad es. la leggenda di Policleia, Polyaen, Vili, 44. (') Alrxarch. apd [Plut.] parali, min. 7.
      (3) Paus. II, 26, 5.
      (4) Iust. XVI, 5, 14. Cosi rammenta, sino ad un certo punto, anche quelle di Alessandro Fereo, Plot. Pelop. 35 e di Pittaco re degli Edoni, Tnuc. IV, 107. La leggenda dell'aquila, clic vedemmo a proposito di Gige, di Gordio e di Mida, ricompare anche nella storia dell'Elide, v. Plut. de mal. viri. 15.
      C) Serv. ad Aen. Vili, 646.
      C) Cat. apd Dion. Hal. II, 49, cfr. Serv. ad Aen. Vili, 63S.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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