Storia di Roma di Ettore Pais
CAI». 111. - 1 SETTE RE DI ROMA.
Si comprende quindi come Appio Censore, vissuto appunto nella seconda metà di codesto secolo, passasse per un pitagorico, (l) e come durante le guerre sauniticlie, in ossequio al volere di Apollo Pizio, si ornasse il Comizio con la statua di Pitagora. (*) Era quindi naturale che il tarantino Aristosseno, il celebre musico, lo scolare di Aristotele, accanto ai Piceni ed ai Lucani enumerasse anche i Romani fra i popoli che si vantavano discepoli di Pitagora. O La conquista di Turio, di Eraclea e di Taranto (272 a. C.), non meno dell'arrivo nella Città del tarantino Livio Andronico, che di Roma diventò il poeta sacro ed ufficiale, (4) fecero dichiarare cittadini romani Pitagora e Zaleuco, il mitico legislatore di Locri, che era stato anche lui trasformato in alunno del filosofo di Samo. Si falsificò un libro di Epicarnio in cui si asseriva che a Pitagora era stata accordata la cittadinanza romana, si favoleggiò intorno alle relazioni di Numa, fatto discepolo di Pitagora, e si inventò un Mamerco figlio di costui, da cui avrebbero avuto origine gli Emili Manierimi. (6) Analoghi lini politici, avevano fatto sì che fra i discepoli di Pitagora fossero stati enumerati Ocello, Ocilo ed altri filosofi lucani, ossia di una nazionalità, che compare per la prima volta nella storia solo qualche decennio dopo la morte di quel filosofo. (6) Simili
(') Cic. Tose. IV, 2, 4. La opinione di coloro, i quali come lo Zeller e lo Sclimeckel, reputano che il neo pitagorismo sia penetrato a Roma molto più tardi a me pare erronea. Su ciò ritornerò con più agio. (2) Plin. XII. XXXIV, 26.
(J) Aristox. in M. F1IG. Il, p. 273, fr. 5. TTpscyJÀO-ov 5' aò-ctò Apioxógsvog xai Acoxotvoi xa£ Msaaànto*. xai Ileoxixioi xa£ 'Ponaìo: cfr. Cic. Tusc. IV, 1, 2. Che Aristosseno parlasse dei Romani a proposito di Pesto, appare da Ateneo, XIV, p. 632 a. = fr. 90 M.
(4; Lìv. XXVII, 37 ad a. 207 a. C.
(*') Parrebbe naturale mettere in relazione il passo di Plutarco, Xum. 8, 11, in cui è detto che secondo Epicardio Ilu&ayópav 'Pcojia-.O'. -c-g rco?.*.-sia ;;pxvf con l'Epicanno di Ennio, del poeta che diventò realmente cittadino romano. Tuttavia va osservato come già Aristosskno apd Athen. XVI, p. 648 d. «a f. 80 M, indicasse il nome di coloro che avevano falsiticate opere di Epicarmo. Intorno al posticcio Mamerco figlio di Pitagora v. Plut. Xum. ih.; /'. Acm. 1. Su Zaleuco v. Svsim. ep. X, 25.
(6) V. ad es. Iambl. de vita l'ylh. 267. A quale età appartengano i frammenti, che vanno sotto il nome del lucano Ocello, e quale sia il loro valore è
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (409/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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