Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
Bruto fece allora approvare una legge, per cui tutti i Tarquini fossero perpetuamente banditi da Roma. Nei comizi centuriati gli fu poi dato per collega quel P. Valerio, figlio di Voluso, di sangue sabino, che sino dai primi momenti aveva prestato man forte all'impresa di Bruto e che aveva anzi sperato di essere eletto subito console in luogo di Collatino. (') La generosa condotta del popolo romano verso il console L. Tarquinio, che diventa egli pure esule, contrasta con quella tenuta verso il re cacciato in esilio. I beni di costui, che Collatino sosteneva doversi rendere ai suoi parenti, essendo state scoperte le mene con le quali il tiranno mirava ad impadronirsi di Roma, vennero abbandonati alla plebe, e il campo Marzio di proprietà dei Tarquini sarebbe stato allora dedicato a Marte. (*) Le messi consacrate alle divinità infernali, che sarebbe stato empio toccare, gettate e conglomerate nel Tevere sarebbero stata la causa per cui sorse l'isola Tiberina. Tradizione del resto, che sol tardi ottenne valore ufficiale. Negli annali più antichi il campo Marzio e l'isola Tiberina sarebbero stati infatti donati al popolo romano dalla vestale Tarquinia, detta anche Gaia Taracia o Gaia Fufezia, la quale è una delle forme del mito di Tarpeia e di Lucrezia. (3)
r. i>. II, 53, cfr. (le off. Ili, 10, 40, la parentela di Collatino con il Superbo è causa della cacciata; e già l'annalista Calpurnio Pisonk apd Gell. XA. XV, 29, raccontava come Bruto avesse pregato Collatino di volere spontaneamente abbandonare Roma. Con la notizia dei cinque talenti da Bruto donati a Tarquinio Collatino sta in relazione più o meno diretta quella che Bruto fa ricchissimo, Diod. X, 22. La circostanza che la nobiltà e la sobrietà liviana tace molti particolari poco dignitosi o puerili, non ci deve indurre a giudicare che questi appartengano sempre a redazioni più recenti. E proprio l'opposto che in più di un caso deve essere pensato.
(') La notizia della repulsa patita da Valerio nella petizione del consolato ò fornita da Plutarco, l'opl. I, 4. Sono dati che derivano da una fonte domestica favorevole ai Valeri; non è però necessario da ciò conchiudere, come oggi si suole fare, che Valerio Anziate, anziché un altro più vetusto laudatore dei Valeri, abbia per il primo inventato questi particolari.
(*) Dionisio, V, 13, che cerca, secondo il suo costume, armonizzare tutte le diverse tradizioni, avendo presente quella di Romolo scomparso nel campo di Marte, suppone che Tarquinio avesse usurpato quel terreno.
(') Secondo Plutarco, l'opl. 8, ciò avvenne più tardi; ma dagli " annales antiqui „ noti a Glllio, XA. VII, 7, 1, si ricava che codesta vestale fu onorata
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (435/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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