Storia di Roma di Ettore Pais

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      •140 CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
      In modo così miracoloso avrebbe avuto line la battaglia che si «lice combattuta l'ultimo dì dell'anno. 11 giorno dopo, il cadavere di Bruto portato nel Foro die occasione alla più antica w laudatio funebris, „ e le matrone presero per lui il lutto di un anno. (') Valerio, restato così solo console, non si sarebbe affrettato a cercarsi un collega, ed avendo edificato una casa sul colle Velia, su di una forte posizione, che stava a cavaliere del Foro, dette ben presto occasione al sospetto si volesse fare tiranno della patria. Ma avvertito di tali voci, il console fece di notte distruggere la sua dimora, mostrò il fermo proposito di abdicare, e si recò ad abitare alle radici del colle stesso, dove più tardi si mostrava il tempio di Vica Pota. (•) La proclamazione di alcune leggi, che si diceva andassero sotto il solo suo nome, (3) fecero sì che gli venisse dato il cognome di Publicola. Fra tali leggi era celebre quella con cui si puniva del capo chi aspirasse a regnare o coprisse una magistratura senza volere del popolo, e l'altra sulla provocazione od appello dall'autorità del magistrato al giudizio popolare. (4) Convocati i comizi centuriati concesse a
      (') Sulla cronologia di questi fatti v. s. p. 360„ 11. 1.
      (2) La casa * sul» Velia „ gli viene data pubblicamente, Cic. de harutp. resj>' 16, la casa invece dove abitava prima era quella stessa dove avrebbe avuto la reggia Tulio Ostilio, Cic. d. r. p. II, 32, 52. 11 tempio di Vica Pota ò rammentato da Livio, II, 7, 12, da Plutarco, Popi. 10, 6, cfr. Dion. Hal. V, 19. Val. Max. IV, 1, 1. Vica Pota, come appare da Cicerone, de log. II, 11, 28 equivale alla dea * Victoriae Potens „ e così è detto da Asconio, in Pisonian. 52, il quale pure asserisce che tale casa gli venne data dal popolo. Presso al tempio di Vica Pota era l'antichissima sepoltura dei Valeri, Plut. Poli. 23, (j. Kom. 79.
      (3) Liv. II. 8, 3.
      (4) Le leggi Valerio intitolate dal Poblicola sono ricordate da Cic. d. r. p.
      Il, 31, 54, da Livio li, 8, da Plutarco, l'opl. 11 sg., che è l'autore il quale ne faccia l'elenco più completo. Oltre alle due principali qui menzionate nel testo, Plutarco attribuisce a Valerio il ripristinameuto normale del numero dei senatori, da altri attribuito ad lunio Bruto, v. s. p. 410, ed una legge che puniva chi non ubbidisse ai consoli, e fissava la multa in bestiame. Plutarco distingue la legge che puniva chi tenesse a forza una magistratura, da quella contro chi mirasse a diventare tiranno; ricorda poi la istituzione dei questori; primi sarebbero stati P. Veturio e M. Minucio. 11 Publicola è infine fatto autore della legge che esonera dai tributi i poveri. Di quest'ultima fa menzione anche Livio, 11, 9, 6, ma ne parla come di un provvedimento preso al tempo della guerra contro Porsenna.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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