Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
      Un complesso di circostanze e di fatti era tuttavia esposto in tutte le diverse narrazioni. Durante la guerra sabina Appio Claudio con i suoi cinquemila clienti sarebbe passato dalla parte dei Romani. A lui il senato accordò il patriciato e l'entrata in senato, il terreno in Roma dove edificasse le sue case e venticinque iugeri di terra; ai suoi furono assegnati due iugeri a testa nella regione demaniale, " l'ager publicus, „ posta tra Fidene e Picetia e che formò la tribù Claudia. (') Durante questa guerra sarebbe sorta la terribile magistratura del dittatore K o magister populi, „ davanti alla quale non aveva valore la " provocatio „ di recente ottenuta per effetto della legge Valeria; ma si dubitava se il primo a coprire tale carica fosse stato Tito Lardo od un Valerio. (*) Per
      4000 circa, V, 49. La guerra sabina in Dionisio è collegata con le pretese dei Tarquini, V, 45.
      (') La cronologia anche qui è varia; stando a Livio, II, 1G, Atto Clauso diventa cittadino romano nel consolato di M. Valerio e P. Postumio 505 a.C., secondo Dionisio, V, 41, nell'anno seguente nel consolato di P. Valerio IV e di T. Lucrezio, e questa è la cronologia di Plutarco, Popi. 21, il quale da altre fonti, e non da Livio o da Dionisio, toglie la indicazione degli iugeri. Dionisio invece determina con maggiore esattezza, facendo menzione di Fidene e Picetia, il luogo della tribù Claudia, e dà notizia del terreno accordato per l'abitazione urbana. Da Suktonio, Tib. I, apprendiamo che il luogo accordato ad Atto Clauso per la sepoltura sua e dei suoi era " sub Capitolio „. Atto Clauso era riconosciuto come loro progenitore dai patrici Claudi, Tac. ami. IV, 9; cfr. l'orazione dell'imperatore Claudio, ib. XI, 24. Nulla di nuovo aggiunge Serv. ad Aen. VII, 706.
      (2) Liv. II. 1S ad a. 501 a. C., dice che durante la guerra Sabina fu fatto il primo dittatore, ma confessa: " sed nec quo anno, nec quibus consulibus, quia ex factione Tarquiniana essent, id quoque enim traditur, panini ereditimi sit, nec quis priinum dictator creatus sit, satis constat. apud veterrinios tamen auctores T. Larcium dictatorem priinum, Sp. Cassium magistrati! equitum creatos inverno ... Livio dopo aver fatto menzione della lex, la quale, secondo la costituzione dell'età storica, imponeva che il dittatore fosse nominato fra i consolari, mostra di dar poco peso alla tradizione, che primo dittatore fosse stato un Valerio, perchè mentre Larcio era consolare M\ Valerio non lo era ; tutto al più, dice egli, se fu un Valerio il primo di questi, dovette essere il consolare M. Valerio. Queste osservazioni costituzionali di Livio, come ha notato il Mommsen, roem. Staatsrecht, IP, p. 133, non hanno valore di sorta. T. Larcio, del resto, è dato come primo dittatore da Cicerone, d. r. p. Il, 36, 56, da Varrone apd Macrob. I, S, 1, da Dionisio, V, 72, cfr. Lyd. de mag. I, 37 sq., ove nei nostri testi invece di Tito Larcio si nomina Tctoc Mapv.iog. M'. Valerio ò invece detto primo dittatore


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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