Storia di Roma di Ettore Pais

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      CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
      congiunta la guerra contro i Latini, che tiene dietro a quella con i Sabini. Riuscito vano l'aiuto a lui prestato prima dai Tarquiniensi e dai Veienti, poi da Porsenna, il Superbo per mezzo del genero Ottavio Mamilio, principe dei Tusculani, eccita l'animo dei Latini, sopratutto degli Aricini, adirati perchè i Romani, diventati alleati di Porsenna,
      10 avessero aiutato a danno della gente latina. Nel concilio tenuto al solito alla sorgente dell'acqua Ferentina, invano il consolare M. Valerio, fratello del Publicola, avrebbe tentato scolpare i suoi. 1 Latini si sarebbero apparecchiati alla guerra, ed in questo frattempo i Tarquini avrebbero tramato una congiura per impadronirsi per mezzo dei servi della città. Essa venne però sventata dai fratelli Publio e Marco Tarquinio di Laurento, i quali in premio ottennero diecimila dramme di argento per uno, e venti iugeri di terra, ed i congiurati vennero puniti dai consoli Servio Sulpicio e Marcio Tullio. A proposito di questo ultimo si raccontava che, essendo caduto dal cocchio, mentre prendeva parte alla pompa circense, avrebbe lasciato miseramente la vita ; un racconto che fa naturalmente pensare alla fine dell'omonimo re Servio Tullio. (l)
      Sotto i nuovi consoli Ebuzio e Veturio continuò ad accentuarsi
      11 movimento delle genti latine. Fidene dovette arrendersi, Crustu-merio venne puie conquistata; e fra le trenta città che avevano deliberato muovere guerra a Roma e che avrebbero tenuto un nuovo concilio all'acqua Ferentina, è Preneste, di cui ora vien fatta per la prima volta menzione. La guerra era stata causata fra le altre ragioni dal ratto di donne lascive. Rapitori erano Sabini recatisi a vedere le feste che si facevano a Roma (evidente duplicazione del ratto delle Sabine) e alla guerra pose fine la battaglia del lago Regillo. (*) In questa, come già in quella della selva Arsia, i duci
      (l) Di questi fatti è fonte Dionisio, V, 50-57, che all'anno 497 (=49S a. C. = 256 a. u. c., secondo il computo varroniano) con evidente duplicazione. V, 61, parla di un nuovo concilio alla sorgente Ferentina e di nuovi lamenti degli Aricini. Livio non racconta tutti questi ultimi particolari.
      (*) Livio, II, 18, 2 all'anno 501 a. C., parla del ratto di " scorta , per opera dei Sabini, della congiura delle trenta città latine, aizzate da Ottavio Ma-mulo; nulla narra per il 500, II, 19, ed al 499 discorre della presa di Crustu-


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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