Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
valleria degli Idi di Luglio. (') Il Superbo, riusciti vani tutti i tentativi per rioccupare il trono, si sarebbe finalmente recato a Clima, ove nella corte del tiranno Aristodemo Malaco avrebbe sopravvissuto pochi giorni alla sconfìtta dei Latini. (*)
A questa guerra, secondo gli annali romani, tien dietro quella contro i Volsci e gli Etnici, alleati dei finitimi Latini, ai quali essi non erano giunti in tempo a mandare gli aiuti promessi; e tali imprese militari sono strettamente collegate con il racconto delle agitazioni agrarie nella Città, del grano giunto dalla Sicilia, e con le leggende di Coriolano e di Spurio Cassio. Gli scrittori romani narravano con ampiezza, con molti particolari questi avvenimenti.
(') Ho seguito il più breve racconto di Livio, II, 19 sq. che ammette la presenza del Superbo alla guerra, ma tace dell'epifania dei Tindaridi; egli parla dell'erezione del loro tempio, ma non fa menzione della 41 transvectio equitum „ degli Idi di Quintile, sebbene poi dica che il tempio di Castore e Polluce venne dedicato il 485 a. C. agli Idi di tal mese, II, 42, 5. Livio, IX, 40, ricorda poi coloro che 1' " equitum transvectio „ credevano istituita solo nel 304 a. C. Dionisio oltre all'epifania che determina topograficamente VI, 13, cfr. Pi.ut. Coriol. 3, collega con la battaglia l'erezione del tempio, quanto la * transvectio Cos'i fa anche Plutarco, Coriol. I. c., che dipende, pare, da Dionisio. Quest'ultimo critica gli annalisti Licinio e Gellio, i quali alla battaglia facevano presente il Superbo, che avrebbe avuto 90 anni circa, V, 11. In ciò egli è conseguente al sistema cronologico di Calpurnio Pisone da lui accettato v. s. p. 253, n. 1. Per questa stessa ragione riferisce VI, 4, l'opinione di coloro che Ottavio Mamilio dicevano figlio del genero, anziché genero del Superbo. Fra i molti particolari da lui riferiti, frutto di tarde elucubrazioni, e elio non vale la pena di discutere, v'ò quello della corona che il dittatore Postumio dette ai valorosi, che si trova in Calpurnio Pisone apd Plin. Ni.I. XXXIII, 38, il quale parlava però di una sola corona data a colui che s'era mostrato più coraggioso nell'assalire il campo dei Latini. L'episodio della epifania dei Dioscuri, riferito anche da Cicerone, d. d. n. II, 6, III, 11, figura accanto alla fonte presso il tempio delle Vestali anche nelle monete dei Postumi dell'ultimo secolo della repubblica, Dabelon, op. cit. Il, p. 37S sgg.
(*) Cunia è l'ultima dimora del tiranno, secondo la comune tradizione, Cic. Tusc. Ili, 12, 27, Liv. II, 21; cfr. Dion. Hal. VI, 21, che ve lo fa vivere ancora pochi giorni. Invece Eutropio, I, 11, 2, ilice che si recò a Tusculum " quae civitas non longe ab urbe est, atque ibi per quattuordecim annos privatus cum nxore consenuit, „ parole che si ritrovano su per giù in Agostino, ^c. d. Ili, 15 "in oppido Tusculo Romae vicino quattuordecim, ut fertur, annos privatali) vitain quietus habuit et cum uxore consenuit r. K ovvio pensare ad una fonte comune, ed alla derivazione da Vai rone, autore precipuo di Agostino in quest'opera in fatto di storia romana.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (447/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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