Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
occasioni, secondo le versioni a noi pervenute, per impedire ai plebei di costituirsi in corpo politico, anzi per toglier man mano ad essi i diritti acquisiti. (') La nuova ed imminente guerra dei Volsci indusse lì per lì il senato ad accettare le miti proposte di Servilio, ed i Romani, nella momentanea concordia, riuscirono superiori contro costoro e poi contro i Sabini. Si parla di una nuova presa di Pomezia, e ricompaiono gli Aurunci presso Alicia, evidente ripetizione delle due guerre contro costoro, anche testò narrate. (*) A guerra finita Servilio chiede il trionfo, e 11011 ottenutolo dal senato, dopo aver esposto al popolo nel campo Marzio le sue gesta, trionfa a dispetto dei padri. (s) Reduce dal campo, la plebe esperimenta per suo conto la fallacia delle promesse di Servilio ed il feroce odio dei Claudi. Manifesta come può il suo malcontento; dovendosi consacrare il tempio di Mercurio (a. 495 a. C.), il cui culto era congiunto con l'annona e con il collegio dei mercanti, l'onore della dedica ad ignominia dei consoli conferisce a M. Letorio, un semplice centurione. (4) Il fermento popolare si va sempre piìi accentuando nell'anno susseguente (494 a. C.), soprattutto nei quartieri popolari, ossia nel-l'Esquilino e nell'Aventino. I senatori erano perplessi, fra essi ferocissimi propositi manifestava, al solito, Appio Claudio; ma il senato si attenne al consiglio di T. Larcio, il dittatore dell'anno 501 (0 498 a. C., a seconda dei diversi ordinamenti dei fasti), e per placare l'animo della plebe si creò come nuovo dittatore Marco Valerio, appunto perchè apparteneva a famiglia popolare. 11 disegno non fallì, i plebei corsero di nuovo alle armi e molto più numerosi che mai, tanto che si poterono formare dieci legioni, delle quali tre
(') Livio, II, 23, se la sbriga con poche pagine; Dionisio, VI, 23-28, è al solito più ditFuso.
(*) Dionisio, VI, 30, riferisce a questa guerra volsca del 494 a. C. (495 a. C. V.), l'uccisione dei trecento ostaggi per opera del console Appio Claudio, che Livio, II, 16, fa uccidere al tempo dei consoli Valerio e Postumio a. 503 a. C., ma che poi ricorda come vivi nella nuova guerra volsca del 495, II, 22.
(3) Di questo trionfo parla solo Dionisio, VI, 30. Su ciò v. oltre a proposito dei trionfi del 449 a. C.
(4) Liv. II, 27, cfr. Val. Max. IX, 3, G, dove invece di Laetorius si ha Plaetorius.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (449/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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