Storia di Roma di Ettore Pais

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      LA PRIMA SECESSIONE. IL TRIBUNATO DELLA PLEBE.
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      vennero date ai consoli, quattro al dittatore. Erano infatti imminenti le guerre contro gli Equi delle soprastanti montagne dell'Appennino, ed i vicini Sabini, ai quali si erano congiunti i Medullini ed i Volsci, che in questa guerra perdettero poi Velletri. (') Ma anche questa seconda volta la plebe venne ingannata e non le furono mantenute le promesse.
      11 dittatore Marco Valerio, anziché associarsi alla sleale condotta del senato, preferì dimettersi, ed i plebei sotto la condotta di Sicinio e di lunio Bruto Belluto, fecero la famosa secessione sull'Aventino, ovvero come dicevano i più, sul monte Sacro, posto al di là dell'Amene, a tre miglia da Roma. (*) Il pericolo era grande; di una città se no facevano due; ma anche ora la sedizione venne calmata. Taluni davano di ciò merito all'eloquenza del dittatore Valerio, altri a Menenio Agrippa patricio sì, ma che serbava ancor fresco il ricordo delle sue origini plebee, e che i sediziosi sarebbe riusciti a ricondurre a Roma raccontando il noto apologo delle membra congiurate contro il ventre. (3) La plebe però non si contentò più di sole parole, volle si creassero magistrati suoi, i quali la garantissero contro le prepotenze patricie, e così venne istituito il tribunato della plebe. Da principio si sarebbero nominati due tribuni, altri diceva cinque, e circa i nomi v'erano grandi discrepanze. Chi ricordava C. Licinio e L. Albino, chi invece Sicinio ed lunio Bruto,
      (1) Liv. II, 28, Dion. Hal. VI, 34 sqq.
      (2) La secessione avviene sull'Aventino, secondo Calpuunio Pisone apd Liv. 11, 32, ma secondo i più, Liv. /. c., sul monte Sacro, cfr. Cic. Iìnit. 54, prò Coni. I, fr. 24. Dion. Hal. VI, 45. Plut. Cor. 6. Alcuni come Cickrone >1. r. p. II, 5S e Sallustio, hi st. fragni. 11 Maur. (cfr. tuttavia Iiuj. 31, 17) risolvevano le dubbiezze col far menzione di ambedue i colli, ciò che si fece, come vedremo, anche a proposito della seconda secessione del 450 a. C.
      (s) Valerio, in luogo di Menenio ò ricordato da Cickkone, Brut. 51. Val. Max. Vili, 9, 1; cfr. eloDionisio, VI, 67 sqq., nella sua narrazione più lunga e diffusa che mai, trova modo, secondo il suo costume, di appianare le difficoltà, di fondere le diverse narrazioni e di assegnare una parte tanto a Valerio quanto a Menenio Agrippa. Dionisio, che rifa i vari discorsi pronunciati in senato, fa naturalmente anche il nome dei dieci senatori inviati come ambasciatori al popolo, VI, 69. Sull'origine plebea di Menenio v. Liv. IT, 32, 8.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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