Storia di Roma di Ettore Pais
LE GUERRE CONTRO GLI EQUI ED I VOLSCI. APPIO ERDONIO. 439
profittando di una pestilenza scoppiata a Roma, osano spingersi per la via sabina sino al terzo miglio dalla Città, quindi si volgono verso l'agro di Tusculo e di Labico, ove con poca fortuna tentano tener loro testa gli Ernici ed i Latini. Nell'anno seguente (462 a. C). si parla di nuove invasioni di Volsci e di Ernici, i quali devastano l'agro prenestino, tusculano, gabino, e tentano per la terza volta di giungere a Roma; ma il console L. Lucrezio dà ad essi una tremenda sconfitta. Si diceva clic in questa battaglia fosse stata pressoché distrutta la gente volsca, e gli annalisti posteriori sapevano che erano periti 13470 nemici, che erano stati fatti 1750 prigionieri. (') Due anni dopo la Città è colpita da uno strano avvenimento. Di notte, per sorpresa, il Campidoglio ò occupato. I cittadini temono ciò sia effetto di una congiura dei Veienti, dei Sabini, ovvero dei Volsci e degli Equi, ed invece la mattina si comprende che l'occu-patore era il sabino Appio Erdonio, che v'era penetrato per la porta Carmentale. Quali fossero gli intendimenti di Appio Erdonio, gli antichi non sapevano più dire. Alcuni pensavano mirasse a diventare tiranno di Roma, altri che volesse rendere i Sabini padroni della Città. I Romani ad ogni modo comprendono che i complici di Erdonio sono schiavi. Egli eccita i servi ed i proletari alla libertà, dichiara che ove dei diritti di costoro non sia tenuto il debito conto e gli esuli non vengano richiamati a Roma, invocherà l'aiuto dei Volsci, degli Equi e dei Sabini e tenterà qualunque estremo. (•')
ceciderintve, exacto adfirmare numero; audet tainen Antias Valerius concipere summas: Romanos cecidisse in Hernico agro V D CCC, ex praedatoribus Aequo-rum, qui populabuudi in finibus Romanis vagabantur, ab A. Postumio consule M M et CCC, caesos, ceterain multitudinem praedam agentem, quae inciderit in Quinctinm, nequaquam pari defunctam esse caede; imperfecta rude Illlmilia et, exeqnendo subtiliter numerum, CC nit et XXX „. Dionisio, IX, 63-GG. sebbene segua fonti annalistiche recenti accenna alla grande quantità dei caduti ma non precisa, la cifra.
(l) Liv. Ili, 8, 10: * ibi Volscum nomen propre deletum est. XÌTI CCCCLXX cecidisse in acie ac fuga, MDCCL vivos captos, signa vigiliti septom militaria relata in quibusdam annalibus invenio; ubi etsi adiectum aliquid numero sit, magna certe caedes fuit „. Sulla battaglia v. anche Dion. Hal. IX, G7 sqq. Il trionfo di Lucrezio era ricordato negli Ad. Tri uni ph. Cap. ad a. 292 a. u. c. — a. 4G2 a. C.
(*) Le narrazioni di Livio, III, 15 sq. e di Dionisio, X, 14 sqq. procedono
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (462/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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