Storia di Roma di Ettore Pais
•140 CAP. IV. - DALLA CACCIATA DEI HE ETC.
consoli designati per quell'anno (451 a. C.), P. Sestio, L. Veturio, C. Iulio, A. Manlio, P. Sulpicio, P. Curiazio, T. Ilomilio, Sp. Postulino, (') tutti patrici, e durante il priin'anno del loro ufficio dettero saggio di grande moderazione e saviezza, furono i etti nell'amministrare la giustizia e attesero con scrupolo e con diligenza e fare il nuovo codice scritto in dieci tavole. Per procedere con prudenza e rettitudine a tale opera non si rifiutarono di discutere con chiunque le varie proposte, e nella nuova codificazione, oltre che delle opinioni di tutti, cercarono di tenere il dovuto conto dei vari ordini di cittadini e delle diverse classi sociali. Fra tutti si distingueva per tale spirito di moderazione Appio Claudio, diventato ormai amico della plebe. (*) Nulla di strano quindi se l'anno successivo (450 a. C.) fra i nuovi decemviri Appio Claudio venne confermato, anzi se fu proprio lui il manipolatore delle nuove elezioni. Anche ai plebei venne dato luogo nella nuova magistratura, ed accanto ai patrici M. Cornelio, M. Servilo, L. Minucio, T. Antonio e Manio Rabuleio, nei comizi centuriati vennero creati decemviri i plebei Q. Petelio, Cesone Duillio e Spurio Oppio. (s) L'opera di costoro non meritò le lodi dei predecessori. I decemviri cominciarono ben presto ad abusare della abrogazione delle prerogative popolari; tuttavia alcuni autori riferiscono a questo secondo anno un esempio di moderazione da parte di un decemviro che altri raccontarono invece a proposito dell'anno precedente. (4) I
(') Diod. XII, 24, Liv. Ili, 33, Dion, Hal. X, 56. Zonar. VII, 1S.
(?) Le tradizione sin qui è concorde. I particolari maggiori ed i meno verosimili, come quello del discutere le proposte di legge e di accettare le correzioni di chiunque, sono dati da Dionisio, X, 57, ma si trovano in sostanza ed in germe anche in Livio, III, 34. 3 sq.
o Liv. III, 35, 11. Dion. Hai.. X, 58. Che dei nuovi decemviri fossero plebei solo Petelio, Duillio ed Oppio, dice Dionisio, i. c.
(*) Secondo Cicerone, d. r. />. II, 36, 61 sq., Ili, 32, 41, vi furono tre anni di decemvirato. L'atto di moderazione del decemviro C. Iulio, che non condanna L. Sestio, non si vale della mancanza dei diritti di provocazione inerente alla sua carica, rende omaggio alla legge la quale disponeva che della vita dei cittadini si deliberasse nei comizi centuriati, e riferito al secondo anno. Livio che calcola invece due anni di decemvirato, questo fatto racconta nel primo anno di codesta magistratura, III, 33, 10. Di due anni di decemvirato fanno memoria i Fasti Cons. Capii.; di tre parla pure Dionisio, X, 56-61. Rimando su ciò alla discussione speciale.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (471/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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