Storia di Roma di Ettore Pais
LE LEGGI VALERI E ORA ZI E.
453
sciasse senza tribuni la plebe o creasse magistrati la cui autorità non fosse limitata dal diritto di provocazione. (') Queste leggi, secondo la tradizione liviana. vennero nell'anno stesso confermate da altre di cui fu autore pure M. Duillio, il quale ottenne che non stessero sempre in carica gli stessi consoli e che si provvedesse normalmente alla elezione di nuovi magistrati; ottenne pure che qualora 11011 si riuscisse a nominare dieci tribuni della plebe, coloro i quali avessero ottenuto il numero sufficiente di voti cooptassero i colleglli.^-) Secondo la versione nota a Diodoro, per effetto delle leggi sancite sotto il consolato di Valerio e di Orazio, venne accordato ai plebei che uno dei consoli fosse eletto fra i loro, ed anzi fu data facoltà al popolo di scegliere tutti e due i consoli fra i plebei. Venne inoltre stabilito che i tribuni della plebe, terminato il loro anno, si facessero surrogare da altrettanti e che, se ciò non eseguissero, fossero bruciati vivi. (3) Secondo una vei'sione se 11011 generalmente accettata per lo meno assai diffusa, i consoli M. Valerio ed Orazio, in questo medesimo anno posero fine alla compilazione delle dodici tavole, ne aggiunsero due alle dieci già compiute dai decemviri, e le esposero nel Foro. (') Dall'altro canto si procedette alla punizione dei colpevoli. 11 decreto di amnistia ottenuto dalla plebe per se, non impedì che si chiamasse a rendiconto Appio Claudio ed il suo collega Oppio, i quali, non ostante gli sforzi del patriciato, vennero tradotti in carcere; il secondo morì prima che
(') Liv. Ili, 55, 14.
(*) Liv. Ili, 64. Secondo Cassio Dione, fr. 22, 1, p. 61 Boiss. la disposizione del bruciare i tribuni colpevoli è menzionata per un tempo che cade tra il 476 a. C. e il 458 a. C. Su ciò cfr. Zona». VII, 17. Val. Max. VI, 3, 2. Fest. s. v. [Xorent. trib.] p. 174 M.
(3) Diod. XII, 25 ad a. 443 a. C. (= 450 a. C. = 303 a. u. c. Vari-.).
(4) D101». Xll, 26 xmv yàp xaAo'jjiévcov Ccódexa 7c'.vstxa>v oi jiàv 5sxa ouvsxs-Àioxbjoxv, i'-jncXsinojilvo'Jg Suo àviyp«(,>av oi {i^axot. xatX7js ó-oxsijicvyjs vo,io&3 3dag, xaóxrjv sic; 5a»Ssy.a -/a/.xoòg xCvaxag yapà^a'/xsg oi UT.'JXO'. 7Zf,OjYt\C03av XV.£ Jtpò X0-> PouXs'J-CT^piOU XGX2 x3ijiévoi£ sjxSóXocg. Liv. Ili, 57, 10, * priusqunm urbein egrederentnr, (cioè i consoli Valerio ed Orazio) leges decemvirales, quibus tabulis duodecim est nomen. in aes incisas in publico proposuernnt. sunt qui iussu tribunoruin aediles functos eo ministerio scriba ut ,,.
| |
Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
|
Pagina (476/656)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Duillio Diodoro Valerio Orazio Valerio Orazio Foro Appio Claudio Oppio Liv Liv Cassio Dione Boiss Xorent Diod Ccódexa Xsinojilvo'Jg Suo Ssy Cvaxag OjYt Jtpò X PouXs'J-CT SóXocg Valerio Orazio Val Max Fest Liv Ili
|