Storia di Roma di Ettore Pais

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      48Scap. iv. - dal Fi a cacciata dei ue etc.
      secondo cui egli allontana il nemico da Roma tagliando il ponte Sublicio, significa che la difesa della Città venne fatta dalle sue divinità tutelari. Vulcano ed il padre Tiberino invocato da Orazio Coclite avrebbero salvato Roma allo stesso modo che più tardi si favoleggiò del dio Redicolo, che avrebbe allontanato Annibale, o del pontefice romano che avrebbe fatto tornare addietro Attila. (*) Anche nel 477 a. C. il console C. Orazio Pulvillo salva Roma in una circostanza affatto simile a quella rammentata ora; anche egli giunge a Roma quando i Veienti hanno occupato il Gianicolo; (') gli Etruschi avrebbero allora passato il Tevere, e si dice che facessero lo stesso anche nel 508, nonostante l'eroico atto del Coclite. Da ciò si sarebbe a primo aspetto tentati di pensare che il racconto delle gesta leggendarie di Orazio Coclite serbi ricordo, sia pure molto trasformato dalla leggenda, di ciò che sarebbe avvenuto nel 477 o nel 476 a. C. Ma tale tentativo di salvataggio della tradizione non approda a nulla, poiché come vedremo fra poco, anche il racconto della guerra veiente del 477 a. C. ò tutt'altro che esente da gravi dubbi, e tutto ciò che si riferisce ai vari Orazi ha carattere di mito. È leggendario quanto si narra a proposito di M. Orazio, che al tempo di Tulio Ostilio uccide i Curiazi e poi la sua sorella, ed altrettanto mitico è quanto si racconta intorno di M. Orazio, il quale, nello stesso tempo in cui il Coclite trattiene il nemico che vuol passare il ponte, ò collega a P. Valerio Publicola.
      a lovis Fulgur (v. i passi in Prellkii-Jordan, roem. MythoJ. I, p. 190 sg.) ed al Suimnanum Fulgur (v. Prellkr, op. cit. I, p. 244); analoghi concetti esprime 1' * lovis Vesnvins „ di Capua, C7/v. X, 3S0C. Su lielios (ossia Vulcano) come dio primordiale romano, v. anche Diod. XXXVII, 11. Anche nelle città etnische come si ricava da App. b. c. V, 49; cfr. Cass. Dio, XLVJ1I, 14, 5; Skkv. ad Aen. 1, 422, Vulcano teneva il posto che a Roma aveva più tardi Giove. In molte città della antica Ktruria dal culto cristiano Vulcano venne sostituito con S. Lorenzo. L'Apollo (ossia il Sole) degli Hirpi dei Falisci e del monte Soracte. Sol. 2, 26, p. 38 M, cfr. Stwab. V, p. 227, risponde nell'essenza sua al dio Vulcano. Che poi Giove in Creta fosse detto Velchanos è noto, v. Head. hi st. unni. p. 401.
      (') Paul. ep. Fest. p. 283 M; cfr. Non. Marc. p. 47 s. v. Tutauus. Si pensi alle centinaia di leggende cristiane che parlano delle città liberate dall'assedio dai Santi loro protettori.
      (•) Liv. 11, 51, 4 sq.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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