Storia di Roma di Ettore Pais

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      48Scap. iv. - dal Fi a cacciata dei ue etc.
      Diocle, l'antichissimo legislatore ili Siracusa, il quale si sarebbe ucciso per punire se stesso dell'avere trasgredito alla propria legge: ed è in ti ne storico che un Bruto si suicidò avendo male risposto alle speranze della repubblica. (') Ma toglie qualunque valore alla narrazione di Zaleuco la circostanza che questo personaggio, il quale da Minerva avrebbe ricevuta la sua legislazione, non era mai esistito, come avevano già veduto gli antichi e fra gli altri Timeo, sebbene, questi quanto altri mai fosse tenero delle glorie delle città italiote e dei Locresi. (-) Zaleuco era una divinità, e l'essenza di costui è spiegata dallo stesso suo nome che vuol dire: colui che è interamente lucente. (a) In breve Zaleuco era il Sole, e l'occhio di cui avrebbe privato se e suo tìglio, simboleggiano il Sole nuovo, ed il Sole vecchio. Il Sole era concepito con un occhio tanto fra i Locresi quanto a Sparta ed in generale nel Peloponneso, dove Licurgo il mitico legislatore, era figurato con un solo occhio, ciò che dette poi ansa alla storiografìa posteriore di fingere la novella di quel Alcandro che l'avrebbe accecato; (4) un occhio avevano pure il Sole degli antichi Germani, e il Ciclope fra i Greci, ed uno ne aveva Orazio Coclite fra i Romani, ossia Vulcano. La storia dei figli che vengono gettati od uccisi, non pare avere altro significato che quella che ò contenuta nel mito dei figli divorati dal vecchio Cronos. Un anno ingoia l'altro, e la storia dei figli di Bruto e di quell'Orazio che agli Idi di Settembre, ossia al principio del nuovo anno civile, fa gettare il cadavere del figlio, (5) trova anche a Roma un perfetto riscontro nella sacra cerimonia con cui Mamurio Veturio, ossia il vecchio anno, veniva espulso dalla Città, ed a lui si sostituiva un nuovo dio dell'anno. (c) Queste osservazioni parrebbero completare
      (') Cic. d. d. u. Il, 3, 7.
      (') Tm. fr. 00 in M. FIIG. I, p. 200.
      o Beloch, gricch. Gcschichte, 1, 306.
      (*) Plut. Lyc. 11.
      C) l'iv. VII, 3, 8.
      (•) Sul che v. UsENuit nel rhein. Mns. XXX (1S75), p. 211 sgg. Anche fra i costumi popolari in qualche luogo è rimasto quello di indicare sotto forma di figure umane i singoli giorni; ogni giorno che passa se ne distrugge una.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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