Storia di Roma di Ettore Pais
48Scap. iv. - dal Fi a cacciata dei ue etc.
ciano disapprovare dal Publicola la perfidia di Clelia, (l) e perchè la tradizione più diffusa, nell'atto stesso che ammira l'ardire della donzella, la faccia restituire dai Romani in omaggio ai patti fissati. S'intende pure come i Romani vantassero l'inganno di quel Lucilio, che per salvare Bruto corse pericolo di essere ucciso, (') ma non è altrettanto chiaro come mai celebrassero l'atto di Mucio Scevola. Il racconto di 1111 patricio il quale con il tradimento spera di uccidere il nemico, e che meditando un tale disegno chiede al senato di uscire dalla Città, sicuro che questo approverà poi la sua impresa, (3) e che in presenza al nemico vanta di avere molti compagni pronti a compierne un atto, che secondo la inorale del IV e del III secolo era giudicato iniquo, non può spiegarsi come elemento di una più antica redazione, dacché la buona fede è realmente una caratteristica fondamentale di quel vecchio popolo romano che tale virtù, come notavano gli stessi antichi, andò man mano perdendo dopo il contatto con altre genti, soprattutto dopo la guerra annibalica. Di fronte alla dichiarazione degli antichi, i quali affermavano espressamente che la leggenda di Muzio Scevola era stata narrata in modi molto diversi, sarebbe strano asserire che la versione a noi pervenuta serbi traccio sicure della più vetusta e meno sviluppata morale romana. Che se in mancanza di dati autentici intorno alla antichissima morale romana ricorreremo per esempi ed a punti di confronto a quella di altri paesi, vedremo come ad es. anche Sparta nei tempi più vetusti si vantasse di aver serbato la fede al nemico. La bella storia di Bulis e di Spertia (4) mostra come gli Spartani del secolo V si comportassero verso il nemico uè più nò meno dei Romani del secolo IV, in cui ebbero principio le memorie domestiche ed i
(') Plut. Popi. 19, 3: è^eì 2è xpxòv flczX'.xóXav rj/.a>v, oùxfiaasv oò5' VjyàTt^asv, àXX' Yjviàd-vj oxi IIop3{va xaxitov èv rciaxr. yavsìxat xai tò tóX,i>j,ia twv 7capd-év(ov xìxÉav ggst xaxoipyyjjia 'Pto'iaiwv y*Yovivat. o\>AXap(òv aùxàs 7tàX'.v àrcisisiXs xòv Ilopoivav.
(2) Plut. Brut. 50.
(3) Liv. II, 12, 5.
(4) Herodot. VII, 134. La condotta astuta di Temistocle già dagli antichi era contrapposta alla lealtà di Aristide.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (507/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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