Storia di Roma di Ettore Pais
critica della leggenda di coriolàno.
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nel 329 a. C., iti seguito alla presa di Priverno, nei Fasti troviamo per la prima volta un cognome desunto dal nome di una città conquistata. Tenendo anzi conto della tarda redazione degli stessi Fasti si deve accogliere con maggior fiducia la notizia secondo cui Scipione Africano fu il primo generale romano a cui venne accordato tale onore (201 a. C). (') Questo non potè ad ogni modo essere concesso ad un ufficiale subalterno sino dal 493 a. C. Il significato del cognome Coriolàno non è chiaro, ma diffìcilmente si riconnette con la storica gente dei Marci; che se alcuni di costoro ebbero realmente tale cognome, ciò vorrebbe significare che essi derivavano da Corioli e che in codesta regione avevano in origine le loro terre. ( ) La storia del processo intentato dai tribuni contro il focoso patrizio è indegna di fede. La tradizione suole in generale attribuire ai magistrati plebei, appena sorti, un'autorità che riuscirono a conseguire molto lentamente. Gli espositori di questa leggenda, nel III e nel II secolo avevano presente l'autorità tribunicia dell'età propria,
Forschungen, II, p. 112 sgg. non vede un errore, bensì una tradizione antica elio fu abbandonata dopo che studiando i Fasti si vide che questo console Coriolàno era falso. Secondo la fonte di Dionisio, VII, 21, cfr. Plut. Coriol. 14, Coriolàno aspira bensì al consolato, ma patisce la repulsa, ed in quest'ultima versione appare chiaro il posteriore emendamento della prima. Alle conclusioni del Mommsen, mi attengo generalmente, ma qua e là me ne allontano; sono indipendente soprattutto dove tento indagare la genesi ed il significato della leggenda.
(') Negli Atti trionfali ad a. 329 a. C. (cfr. i fasti consolari del Ciiron. d. a. 354, il console Umilio, il vincitore dei Privernati, è già detto Privernas, e questa indicazione è accolta dal Mommsen, roem. Forschungen, II, n. 144; 295. Ma una designazione di questo genero non ricompare in seguito se non forse per i Cornell Caudini (Act. triumph. ad 275?) e nel 263 a. C. (v. Fast, et Act. ad a.) per Valerio Mesulla. Ma contro tali indicazioni di documenti compilati in base a recenti redazioni sta l'esplicita dichiarazione di Livio, XXX, 45, che parlando di Scipione Africano elice: " prinius certe hic imperato!* nomine victae ab se gentis est nobilitatus; exemplo deinde hnius nequaquam Victoria pares in-signis ini agi num titulos claraque cognomina familiarum liquerunt „.
(*) È merito del Mommsen, roem. Forschungen, II, p. 293 sg., l'aver dimostrato che gli antichi cognomi che accennano ad una designazione topografica, come quello dei patrici Furi Medullini, dei Sergi Fidenati etc., si riferiscono tutti quanti a località che avevano in età storica perduto il carattere di comune indipendente. Rispetto ai cognomi della nobiltà plebea v. ib. p. 294, n. 114.
Pais, Storia di Ho ni a. Voi. I. 32
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (520/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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