Storia di Roma di Ettore Pais
48Scap. iv. - dal Fi a cacciata dei ue etc.
quale paese latino. (') Anche nel racconto della marcia di Coriolano contro Roma si presuppongono fatti avvenuti in seguito; solo nel 418 a. C. secondo un'altra versione romana, e non da Coriolano, fu presa Labico; solo nel secolo IV ai Romani riuscì impadronirsi di Pedum e di Satrico. ( ) Non diamo peso ad una lunga serie di falsi particolari forniti dalle varie narrazioni intorno alla line del nostro eroe, i quali mostrano come si inventassero deliberatamente i fatti. Fabio Pittore diceva che egli era morto vecchio fra i Volsci, (3) altri invece narrava i particolari della tragica sua uccisione, (4) e ci è espressamente affermato che per render pili bella questa leggenda si tenne presente nel foggiarla il leggendario racconto intorno alla morte di Temistocle. (à) In breve, le gesta di Coriolano si rivelano come una bella leggenda con la quale si coglie nuova occasione, come già con quella delle Sabine, di glorificare le virtù delle donne romane, alle quali vien fatto di allontanare la guerra dalle mura della Città, cosi come le mitiche sedici donne dell'Elide avrebbero composte le interne discordie. (c) Si è pensato, e 11011 a torto, che la leggenda miri a glorificare le famiglie plebee dei Marcì, dei Valeri e dei Veturì. (T) In ciò non va però cercato il significato fondamentale e tanto meno la genesi della leggenda. Veturia, la madre, e Volumnia la moglie di C. Marcio, ben lungi dall'essere personalità storiche, sono anche esse figure mitiche. Marcio come Mamerciuo è un nome che sta in rapporto con quello di Marte, il dio dell'anno
(l) Cfr. Mommsen, m. c. p. 137. Su altre questioni di carattere topografico v. ib. p. 12G sgg.
(*) Su Labico Liv. IV, 47 ad a. 418 a. C. Diod. XIII, 6 ad a. 415 a. C. = 4IS secondo il computo varroniano; su Pedum. v. Liv. VIII, 13 ad 338; cfr. Act. Trìwnph. ad a.; su Satrico, Liv. VII. 27 ad a. 346 a. C. v. i cap. VI e seg.
(3) Liv. II, 40, 10: * invidia rei oppressimi perisse tradunt alii alio leto. apud Fabiuin louge antiquissimum auctorem usque ad senectutem vixisse eunidem inveuio cet. „
o V. soprattutto Dion. Hal. Vili, 59 sq.
(5) Cic. Brut. 11, 42, dove si dichiara espressamente che tale morte era stata inventata per reudere più poetica la fine di Coriolano " quoniam quidem concessum est rheloribus ementiri in historiis „; cfr. Lati. 12, 42.
C) Paus. V, 16.
O Ciò pensò il Mommsen, nella memoria più volte citata p. 149 sgg.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (523/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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