Storia di Roma di Ettore Pais

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      48Scap. iv. - dal Fi a cacciata dei ue etc.
      la nostra leggenda, in opposizione di quella secondo cui i Marci si sarebbero recati esuli tra i Volsci dopo la morte di Anco Marcio, mira a spiegare come mai codesta gente che si vantava di origine Patricia, anzi regia, fosse divenuta plebea e fautrice degli ordinamenti democratici. Sotto questo punto di vista il racconto di Coriolano ha dei punti di contatto con quello dei Fabi periti presso il fiume Cremerà, ma più ancora con la leggenda di Spurio Cassio.
      La storia di Spurio Cassio e di Menenio Agrippa non monta infatti maggior fede di quella che abbiamo teste esaminata. E stato giustamente osservato che se anche nei più antichi annali era serbata memoria di tempi così vetusti, non vi si poteva far ricordo delle intenzioni del console Spurio Cassio, il quale mirava, così si dice, a dividere l'agro pubblico. Si è fatto inoltre valere la circostanza che alcuni tratti del racconto riferito alla pretesa legge agraria di lui sono duplicazioni di fatti storici avvenuti all'età dei Gracchi del console C. Fonnio, di Druso ossia dell'età in cui, a seconda del caso, si interpolarono o si composero di sana pianta le più antiche vicende nazionali. (!)
      Ma piìi importante di tutto ciò e il fatto che mentre, secondo alcune versioni, Spurio Cassio è console negli anni 502, 493, e poi nel 486, ossia nell'anno in cui si scopre che aspira a diventare re, stando ad altri racconti, quale tribuno della plebe egli tende insidie alla libertà del popolo. ( ) Abbiamo la identica e violenta trasformazione rispetto alla qualità ed all'ufficio di uno stesso personaggio che già notammo a proposito di C. Mucio fatto putrido e coetaneo di Porsenna, da altri detto essere il tribuno che brucia vivo Spurio Cassio, il collega fedigrafo. Affatto simile è il procedici Dion. Hal. Vili, 72; 78. Plut. C. Grucch. 12. App. b. c. i, 23. Cfr. Mcoihse.v, roem. Forschungcn, II, p. 153 sgg. 164 sgg. Di questa bella memoria relativa a Spurio Cassio traggo qua e là partito. Mi allontano tuttavia dal modo di vedere del grande Maestro in molte e gravi questioni, ad es. dove non reputo storica la figura tradizionale di Cassio, e dove rispetto al " foedus Cassiauuni f non accetto la data del V secolo.
      (') Val. Max. VI, 3, 2. La cronologia esatta di codesto tribunato non si può determinare, Cassio Dione, fr. 22 p. 01 lìoiss., come è già stato osservato, doveva iissarlo fra il 476 ed il 458 a. C.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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