Storia di Roma di Ettore Pais

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      caI'. iv. - dalla cacciata dei RE etc.
      così conio la vicinanza dei templi di Saturno e di Iano nel Foro dette occasione a favoleggiare del dio straniero ospitato da quello indigeno. (') Qualunque sia stata del resto la causa che favorì tali ravvicinamenti, è chiaro che la storia di Spurio Melio e di Minucio va messa a riscontro non solo con quella di Macello e di Cuppedio, ma anche con la leggenda inerente alla statua di Venere Cloacina, posta accanto al mercato dello u tabernae novae „ o u ple-beiae, „ leggenda che fa capolino nella pseudo-storia di Tito Tazio, di Lucrezia e che ricompare infine in quella di Verginia, che siamo ora appunto chiamati ad esaminare più da vicino. (')
      Da un macello di tali tabernae L. Verginio toglie infatti il pugnale che immerge nel seno della figlia. E poiché la donzella era fidanzata, e il padre la voleva salvare dall'onta di un disonesto concubinaggio, si capisce perchè si narri che l'uccida proprio accanto alla statua di Venere Cloacina, vale a dire della dea che presiedeva ai casti matrimoni. (8) Vedemmo come le taberne fossero state erette nel 192 a. C. dagli edili Iunio Bruto ed Oppio. Il nome del primo fu glorificato nella storia di Lucrezia, che è appunto la duplicazione di quella di Verginia; quello del secondo fu vilipeso o glorificato, a seconda delle diverse tradizioni ora ostili ora favorevoli, a proposito del decemviro Oppio, collega di Claudio, ovvero di quell'Oppio, che sarebbe invece stato tribuno della plebe e col-
      onorava pure l'Ercole Custode presso il Circo Flaminio, al quale il 4 Giugno, come abbiamo già osservato, si facevano feste nel portico Minucio. L'indicazione del Vallonse è reputata erronea dal Mommsbn ad CIL. I', p. 324 e dopo di lui dal Wissowa, (inai. Rom. top. p. 12 il.; è invece difesa dall'Ausa dr. aedib. sacr. p. 28, che la seconda festa del 12 Agosto, rispetto al tempio dell'Ercole Custode presso il Circo Flaminio, riconnette però con una nuova dedicazione al tempo di Augusto.
      (') Le statue della porta Trigemina, dell'Equimelio, e del portico Minucio possono essere state mosse in rapporto fra loro allo stesso modo che nella Roma moderna lo furono poi quelle di Pasquino e di Martorio. Anche in altre città artistiche italiane il popolo mette in relazione statue collocate in punti diversi che per qualche ragione trova modo di associare o con leggende o per lo meno con motti che lo statue si scambiano fra loro.
      (') V. s. p. 360 sgg.
      (*) Plin. XII. XV, 122.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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