Storia di Roma di Ettore Pais
genesi della leggenda di verginia.
ciò riconoscere la confessione che, secondo una versione, Menenio Agrippa era un personaggio di Ardea. (l) Ma anziché fondarci su un argomento di valore assai dubbio, osserviamo come a favore della opinione che la leggenda che esaminiamo sia di origine ar-deatina e non romana, stia la circostanza che mentre si può fare un lungo elenco degli imprestiti che Roma fece alla storia tanto delle vicine città latine quanto dei lontani stati greci, non v'è pressoché esempio il quale mostri che gli annalisti romani si siano degnati soffermarsi a raccontare a lungo un episodio relativo alla storia dei popoli vinti. Ciò è anzi contrario allo norme della storiografia romana; (') sicché ò molto piìi naturale pensare che i patti conchiusi con Ardea vale a dire con la più antica colonia latina, e la cessione dei culti ardeati allo stato romano abbiano avuto per conseguenza che un mito collegato con i " sacra „ di quella città sia penetrato nella storia romana. Alla stessa maniera, l'introduzione del culto di Castore e Polluce recò seco la leggenda della battaglia del lago Regillo, quello di Giunone Sospite di Lanuvio introdusse il culto delle None Caprotine ed il mito di Tutela, e quelli di Cerere e di Eracle, secondo ogni verosimiglianza, dettero vita all'apologo di Menenio Agrippa ed alle leggende di Spurio Cassio e di Minucio. Il culto di quella Afrodite di cui gli Ardeati avevano la direzione favoli forse la leggenda di Verginia; ed il mito di Lavinia venne duplicato nel raccolto della rivoluzione di Ardea e di Roma nel secolo V, così come Turno venne ricordato daccapo per i tempi di Tarquinio il Superbo o di Coriolano, il tusculano Mamilio ricompare nel 4G0, infine così come lo stesso Numitore, lo zio di Verginia, che figura come tribuno della
(') Allo stato attuale delle nostre cognizioni, e dopo tutto quanto è stato detto in questo volume, reputo ozioso insistere nel far notare la nessuna veridicità »lel racconto di tiri processo che i tribuni della plebe avrebbero fatto nel 443 ai " tresviri agris dandis adsignandis „ Liv. IV, 11. È chiaro che l'annalistica anche qui aveva presenti i tempi in cui scriveva.
O Quanto si racconta minutamente rispetto alla storia interna di Capua al tempo di Annibale non porge un'eccezione e conferma la regola; Capua era stata sino allora una parte di Roma stessa. Su ciò v. nel cap. VII e sg.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (578/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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