Storia di Roma di Ettore Pais

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      ESAME DELLE LEGGI VALERIE 0RAZIE.
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      i quali vengono ricordati proprio in una legge di carattere popolare e precisamente in quella che era frutto della rivoluzione, che aveva fatto cadere il decemvirato. Se la tradizione fosse logica e costante e soprattutto veridica, ò evidente che codesti decemviri non avrebbero nulla a che fare con Appio Claudio e con gli altri decemviri il cui ufficio era stato abolito. Ma va notato che i decemviri, dei quali si fa accenno nella legge ora riferita, si occupano appunto di giudizi liberali, ossia di ciò, che secondo la tradizione, era stato oggetto di sentenza per parte del decemviro Appio Claudio. I decemviri menzionati dalla legge Valeria Orazia sono, secondo la concorde opinione dei critici moderni, i " decemviri stli-tibus iudicandis, „ i quali, anche in tarda età storica, giudicavano intorno alla ingenuità delle persone. (l) Ora è appunto di ciò che si occupa il decemvirato del 450 a. C. a proposito di Virginia. Si comprende che una magistratura, destinata a proteggere la ingenuità dei plebei, potesse e dovesse sorgere per effetto di una rivoluzione e di un compromesso fra i patrici, i quali i plebei in origine avevano avuti per schiavi o per clienti; ma non si capisce come mai la tradizione, dopo aver detto che era stato abrogato il decemvirato, che si era malamente occupato di questioni relative alla ingenuità, che aveva fatto un corpo di leggi in parte savie, in parte inique, che fu ripristinato l'ufficio dei consoli, riferisca ancora che venne ristabilito un decemvirato, e le leggi inique faccia approvare dai consoli protettori della plebe.
      Da tutto il complesso intricato di tali contradizioni ci libereremo agevolmente riconoscendo che la legge Valeria Orazia ora riferita, ha solo in mira il riconoscimento dei diritti della plebe. Essa menziona in primo luogo i tribuni della plebe, poi gli edili, in terzo luogo i giudici decemviri; i colpevoli dichiara sacri a Giove, dio supremo di tutta la nazione, e le loro sostanze alla triade plebea di Cerere," Libero e Libera. (*) In codesta legge non
      (') Cic. prò Caec. 38, 97; de domo 29, 7S; intorno a questioni di genealogie v. anche de orai. I, 39, 176; cfr. Mommsen, roem. Staatsrccht, 112, p. 591.
      (2) Questa triade risponde nel culto greco a Demeter, Kora ed a Bacco. Anche il greco Sileno, il compagno di Bacco di cui si vedeva l'imagine
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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