Storia di Roma di Ettore Pais

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      c ah attere non storico del decemvirato.
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      più sospetta ò l'indicazione del console Orazio. Gli Orazi figuravano come consoli, oltre che nel primo anno della repubblica, nel 477, nel 457, nel 449. Nel 449 a. C., come nel primo anno della repubblica, un dubbio, anzi il mitico Valerio è collega ad un Orazio, (') e l'Orazio console del 477, che guerreggia contro i Veienti, è una doppia forma dell'eroe Orazio Coclite. (•) Gli Or azi compaiono daccapo come tribuni militari nel 425, nel 3SG e nel 378 a. C. Ma il confronto dei vari fasti con i dati di Diodoro, dimostra all'evidenza che sono spuri. (3) Sicché in tutta la storia romana autentica o, diremo meglio meno incerta nelle linee generali come nei particolari, manca la sicura traccia di magistrati appartenenti alla gente Orazia. Nello stesso tempo altri indizi ci fanno comprendere che Orazio, la cui statua era posta nel Comizio al pari di Valerio Publicola, che aveva l'abitazione nel tempio degli Dei Penati, non è che una semplice divinità, ossia Vulcano stesso. (4) Anziché discutere sui particolari della tradizione e cercare di stabilire quali rapporti vi siano tra le leggi Valerio Orazie e le successive Licinie Sestie, é molto meglio constatare come, secondo le fonti di Diodoro le leggi Licinie Sestie furono attribuite ai consoli Orazio e Valerio e che codesti due autori delle libertà fondamentali del popolo romano sono divinità tutelari che vanno messe alla pari di quel Teseo, di quel Licurgo, di quel Romolo e di quel Ninna, della cui esistenza storica gli antichi non dubitavano con molta maggior logica dei moderni, i quali negano fede ai primi, ma credono personaggi storici i secondi, senza che in fondo vi sia una ragione per distinguere gli uni dagli altri, senza che vi siano prove
      (•) 11 consolato di Orazio del 509 v. Polyb. Ili, 22. 1, Liv. Il, 8. Dion. Hal. V, 19, 21, come mostra la storia della dedicazione capitolina, è una sola cosa con quello del 507.
      (*) V. s. p. 472 sg.
      (s) Il tribuno del 425 manca a Diodoro, XII, 81, che ne ha tre anziché quattro come Livio, IV, 35; quello del 386 ricordato con un Valerio da Livio. VI, 6, manca del pari di questo suo collega a Diodoro, XV, 25, il quale dice che furono quattro e non sei, come alì'erma Livio; e quattro anziché sei ha Diodoro. XV, 57 all'a. 378, in cui non menziona l'Orazio rammentato da Livio, VI, 31. O V. s. p. 472 sgg.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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