Storia di Roma di Ettore Pais
tarda redazione delle leggi delle xii tavole. 577
tarda redazione delle XII tavole si spiega la menzione della prima intercalazione ufficiale, attribuita da taluni ai decemviri, che da diverse versioni era giudicata anteriore ad essi, da altre infine reputata di molto posteriore. (') E con l'età della codificazione di cui parliamo si spiega come iu esse si facesse ricordo di quella provocazione od appello al popolo, che limitava l'imperio dei magistrati; legge, la quale, secondo le varie versioni, sarebbe stata stabilita o nell'età regia, o nel primo anno della repubblica, o dopo la caduta del decemvirato, ovvero solo nel 300 a. C. (*)
notare e meglio vedremo in seguito, v. cap. IV, e IX da Livio, VII, 20: a et aedis Apollinis dedicata est, „ si ricava che questo culto non fu introdotto a Roma prima del 353 a. C.
(') Rispetto alla intercalazione v. le indicazioni di Macrobio, 1, 13, 20 sq. C'ic. de leFulvio Nobiliore, il console del 189 a. C., l'amico di Ennio, v. Mach, ib., attribuiva ciò all'età sua (191 a. C.); la smentita di Varrone, il quale affermava che già Furio e Pinario, i consoli del 472 a. C. avevano fatto una legge sulla intercalazione, e si riferiva ad una colonna di bronzo, non ha gran valore (data la tendenza patriottica di lui a rendere tutto più antico) di fronte alle dichiarazioni dei più vetusti e più autorevoli scrittori Cassio Emina e Sempronio Tuditano, apd Macrob. I. c., che di ciò davano il inerito ai decemviri del 450 a. C. La supposizione che Varrone abbia scoperto un documento autentico ignoto a questi scrittori e a Fulvio Nobiliore, non è ammissibile, tenendo conto del debole valore storico di tutta la tradizione per l'età anteriore alla metà del V secolo ed alla caduta del decemvirato. Si aggiunga che i Pinarì erano tra le antiche famiglie sacerdotali che avevano contribuito a fare sacre falsificazioni, v. Diod. IV, 21; Cic. de d'ubi. II, 21, 47. Si noti infine che i Pinarì compaiono spesso uniti ai Papiri. Il nome di un Furio fa pensare allo scrittore ricordato da Macrobio, III, 9, 7 sqq. Checche sia di ciò questa colonna di bronzo pare degna di stare a fianco alle pretese leggi di Anco o di quelle da Servio Tullio esposte nel Foro. E invece naturale che come solo verso la metà del III secolo si cominciarono a registrare i prodigi negli annali massimi, e solo al tempo di Ennio si notarono gli ecclissi, v. s. p. 34 sg., cosi dall'amico di questo poeta si sia rammentata per la prima volta una di quelle intercalazioni, che per il passato si facevano ma non si ricordavano.
0) Dai testi di Cickronb, d. r. p. II, 37, 61; cfr. de leIli, 19, 44, si ricava all'evidenza che correvano due versioni opposte. Secondo una il decemviro L. Sestio, sebbene l'autorità sua non fosse limitata dalla * provocatio „ dichiara di non condannare a morte L. Sestio u quod se legem illnm praeclaram ne-
Pais, Storia di Roma. Voi. I. 37
| |
Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
|
Pagina (600/656)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Livio Apollinis Roma Rispetto Macrobio Nobiliore Ennio Varrone Furio Pinario Cassio Emina Sempronio Tuditano Macrob Varrone Fulvio Nobiliore Pinarì Cic Pinarì Papiri Furio Macrobio Servio Tullio Foro Ennio Cickronb Sestio Sestio Storia Roma Fulvio Diod Checche Ili
|