Storia di Roma di Ettore Pais
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caI'. iv. - dalla cacciata dei Re etc.
Le opposte, anzi le contradditorie dichiarazioni fatte in un altro punto intorno al contenuto ed al testo di tali leggi trovano la naturale spiegazione ammettendo varie redazioni appartenenti a diverso età. (') 111 si comprende conio il frutto di una lunga e non sincrona elaborazione, che in origine non era scritto, ma che si imparava a mente, e che si pronunciava man mano con il volgere degli anni in una lingua che si andava pure trasformando, abbia dato occasione a tali discrepanze. (;) Non solo le leggi civili, ina anche le sacre cerimonie, a Roma venivano originariamente trasmesse a viva voce di generazione in generazione, od ò perfettamente consono a quanto avvenne altrove che alla legislazioneglecturmii negaret, quae «le capite civis Romani nisi comitiis centuriatis statili vetaret „ ossia in ossequio alla pretesa legge ilei Publicola, v. ad es. Liv. Il, S, è di nuovo anticipata nella leggenda di Orazio che uccide la sorella la quale, v. ad es. Liv. I, 26. Secondo l'altra versione, de leg. I. c., fra le leggi delle XII tavole v'è quella che * de capite civis rogari nisi uiaximo comitiatu vetat r.
(') Stando a OJellio, XA. XVII, 2, 10, nelle leggi delle XII tavole si leggeva: " ante nieridiem causam coniciunt, cum perorant ambo praesentes. post ineridieiu praesenti litem addicito. si ambo praesentes, sol occasus suprema tem-pestas esto „. Cknsorino, d. d. n. 23, S, afferma: " nani XII tabulis nusquam no-minatas lioras iuvenies, ut in aliis postea legibus, sed ante ineridiem cet. „ Da Plinio, XII. VII, 212, invece apprendiamo: " Xll tabulis ortus tantum et oc-casus uotninantur, post aliquot annos adiectus est et meridies, accenso consulnm id pronuntiante, cum a curia inter Rostra et Graecostasim prospexisset solem cet. „ Dunque, stando all'autorità «Iella fonte di Plinio, le formule della legge di Gellio sarebbero posteriori alle XII tavole.
(*) Da Cicerone, de leg. II, 23, 59, si apprende che nella sua giovinezza c'era ancora il costume, ormai abbandonato quando scriveva questo trattato, di imparare a mente le leggi delle XII tavole. Questo costume va naturalmente messo in rapporto con il fatto che anche le leggi di Licurgo non erano state originariamente scritte, ma si impararono a memoria. Plut. Lyc. 13, 1. Anche le cerimonie augurali romane non erano scritte, v. Paul. ep. Fest. p. 16 M s. v. Arcani: " a«leo remotum a notitia vulgati, ut ne littcris quidem mandetur, sed per memoriam successorum celebretur „ e con ciò si spiegano, forse, le parole di Cickkone, de domo, 15, 39: " venio ad augures, quorum ego libros, si qui suiit reconditi, non scrutor „. L'uso più antico di serbare Solo a memoria le leggi chiarisce il passo ciceroniano, de leg. Ili, 20, 46: * legum custo-diam nullam habemus, itaque eae leges sunt, quas adparitores nostri volunt: a librariis petimus, pubiicis litteris consignatam memoriam publicam nullam habemus r.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (601/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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