Storia di Roma di Ettore Pais

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      caI'. iv. - dalla cacciata dei Re etc.
      a cognizione del popolo romano sino dalla metà del V secolo. Dopo tutto é pi"u coerente Diodoro, che segue al solito una versione che meglio rappresenta la originaria e piìi semplice falsificazione, allorché, parlando della pubblicazione delle XII tavole fatta da'consoli Valerio ed Orazio, presuppone addirittura le leggi Sestie Licinie del 3G7 a. C., e dice che esse vennero inchiodate sui * rostri, „ che dà come esistenti sino dal 449 a. C., ma che invece, come è noto, datano solo dal 338 a C. (l) Alla stessa maniera la tradizione presuppone come parte integrale dell'antica città del V secolo il Foro, la Curia Ostilia, il Campidoglio, mentre, come abbiamo già in parte notato e dimostrazioni successive metteranno sempre in chiaro, ciò non risponde che alla formazione della città dopo l'invasione gallica.
      In breve le leggi delle XII tavole risultanti, e lo vedremo a suo tempo, dall'incrocio del rozzo diritto nazionale con le disposizioni più civili della cultura greca, non sorsero tutte per un solo atto. La leggenda romana finge per Roma ciò che tutta l'antichità suppone per le varie legislazioni degli altri stati. Per un analogo processo di accentramento Atene e Sparta attribuivano, come è noto, a Licurgo, a Solone, molte leggi approvate iu età posteriore. (•) Anacronismi di questo genere si trovano nella storia delle città Italiote dove le leggi di tarda età erano attribuito a Caronda ed a Zaleuco. Zaleuco, il Bruto romano, era un essere puramente fantastico, ossia la personificazione di Giove; (3) il catanese Caronda
      (') Dioi>. XII, 26, (ad a. 442 a. C. = 449 a. C. vari.) zpco^Xwaav xo-g -po tea (jo'i/.sut^p'ou xixs xiipivo-.c i;i?óXoif. V. invece Liv. VIII, 14, 12: naves Antiatium.... pallini incensae rostrisque eariun suggestuin in Foro extru-ctum adornali placuit, Rostraque id tempio in appellatimi „; cfr. Plin. XII. XXXIV, 20.
      (*) Cosi ad es. Cicerone, prò Itoselo Atti. 25, 70, ripetendo un detto convenzionale, dice clic gli Ateniesi si valevano ancora al suo tempo delle leggi di Soloue e che gli Spartani tuttora si governavano con quelle di Licurgo, prò Fiacco, 26, 63. Cicerone ripete iu parte anche materialmente detti di Isocrate e di altri autori greci; fra questi ultimi Senofonte, rcp. Laceri, aveva riferito a Licurgo tutti gli ordinamenti politici e militari del tempo suo. Sulle intenzioni di Senofonte, v. Koeiiler, nei Sitziinyslerichtc dell'Accademia di Berlino, 1S96, p. 361 sgg.
      (3) V. s. p. 477.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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