Storia di Roma di Ettore Pais

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      caI'. iv. - dalla cacciata dei re etc.
      trastare in Occidente la sempre più minacciosa egemonia di Siracusa, e mirava in fondo a diventare la metropoli delle città italiote, riceveva essa stessa i germi della civiltà di questa regione. La legislazione di Caronda, prevalente in tutte le città greche d'Italia e di Sicilia, trovava parziale accoglienza, oltre che in altri stati, nella stessa Atene. (') In breve la legislazione ateniese attribuita complessivamente a Solone, fini per esercitare un'efficacia simile a quella per cui in tempi moderni la costituzione parlamentare inglese è diventata man mano il modello a cui si sono inspirate tante fra le nazioni civili di Europa.
      Sotto l'impressione e l'efficacia di tutto codesto movimento coloniale attico e dello sviluppo ed incrocio di civiltà e di legislazioni diverse, tanto della spartana Taranto, quanto dell'attica Turio quanto infine dello altro città italiote, ò naturale che anche le stirpi italiche meno rozze e più disposte per ragion di stirpe o di luogo ad aver contatto con genti greche, accettassero man mano alcuni elementi della legislazione ellenica; per quelle stesse ragioni per cui ne accoglievano i motivi artistici nella plastica e nella tectonica. Già dalla line del V secolo Roma era ricordata dagli scrittori siciliani, (5) e nei secoli seguenti essa fu sempre aperta alla benefica corrente dell'ellenismo. (3) E naturale che quei Romani, i quali non volevano passare per barbari, ma sino dall'unione con Capua, ossia dalla seconda metà del IV secolo, battevano monete con tipi ellenici, (4) che nelle prime loro storie scritte nella lingua dei Greci si vantavano fratelli di costoro, facessero buon viso a tradizioni secondo cui Pitagora sarebbe stato maestro di Ninna, ed affermassero che anche la legislazione dei decemviri era stata tolta da quella
      (') Hermipp apd Athen. XII, p. 619 <•. = f. 7, in M. b'HG. Ili, p. 37; su Coo v. Hbrond. Il, 46 sqq.; su Mazaca della Cappadocia Stkab. XII, p. 539 C.
      (') V. s. p. 16 sgg.
      (8) Dal fatto che nel Foro Boario, almeno dal tempo di Appio Cieco, era stato accolto pubblicamente il culto di Ercole, l'antico annalista Acilio apd Strab. V, p. 230 C « fr. 1 P, credeva di dover ricavare: * EÀXrjvtxòv eìvat •/.xiajia xr;v 'Pu>,iyjv. Su Roma detta 'EXXvjvis, sino dal tempo di Eraclide
      e di Demetrio Poliorcete v. Strab. V, p. 232 C; Plut. Cam. 22, 2; cfr. s. p. 21.
      {*) Head, hi st. num. p. 2S sg.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Occidente Siracusa Caronda Italia Sicilia Atene Solone Europa Taranto Turio Roma Romani Capua Greci Pitagora Ninna Hermipp Athen Coo Mazaca Cappadocia Stkab Foro Boario Appio Cieco Ercole Acilio Strab EÀXrjvtxòv Roma EXXvjvis Eraclide Demetrio Poliorcete Plut Head Ili Foro Boario Strab Cam