Storia di Roma di Ettore Pais
genesi della tradizione sull'ambasciata ad atene. 626
basciata ad Atene abbia, per tempo più o meno lungo, contrastato il terreno a quella che narrava di una simile legazione al tempo di Tarquinio il Superbo ed a cui avrebbe preso parte Jimio Bruto, il futuro console e legislatore. Considerando infine, che anche a Numa venivano attribuito alcune leggi che passavano poi per opera dei decemviri, (') è il caso di domandarci, se prima del trionfo della credenza che da Atene Ilo ma avesse tolte le leggi di Solone, non fossero state generalmente accolte quelle teorie, secondo cui il diritto civile nazionale sarebbe stato preso ad imprestito dalle città italiota, come Taranto, ovvero dalla corinzia Siracusa. Ed è evidente che con una versione forse più antica, ad ogni modo diversa da quella dell'ambasciata in Atene, si collegava in origine la notizia delle leggi scritte dall'efesio Ermodoro, il coetaneo di Eraclito.
Qualunque sia l'età e l'autore a cui appartenga codesto racconto, esso è evidentemente frutto di elaborazione storica posteriore al principio del secolo III; e la tradizione diremo così canonica a noi pervenuta serba forse traccia di altre e diverse redazioni ove al 45S ed al 454- a. C., ossia al tempo della ambasciata ad Atene
ronk, d. r. />. Il, 20, 30, clic discorrendo delle leggi di Tarquinio Prisco, figlio del Corinzio Demarato, sotto il quale sarebbe penetrato a Roma * non tenuis quidam de Graecia rivulus sed abnntissimus amnis illarum disciplinarum et artinm, „ ib. 19, 34, aggiunge: " atque etiam Corinthios video publicis equis ad-signandis et alendis orborum et viduarum tributis fuisse quondam diligentisChe le fonti di Lido derivino indirettamente da un antico annalista romano reputo verosimile ed ò pure probabile clic in ultima analisi esse trovino la loro piena spiegazione in una derivazione lontana ed indiretta di notizie fornite originariamente da uno storico siciliano come Timeo o Sileno. Cfr. ad es. le notizie di Lido intorno ai Tuscbi di origine sicana. de mag. proem., sulla trabea romana usata la prima volta dal siracusano Agatocle, de mens. 1, 19.
(') V. s. p. 588, n. 1. Si aggiunga ebe la legge delle XII tavole, che sottraeva le Vestali alla tutela, Gai. I, 144 = fr. V, 1 Br., era pure attribuita a Numa Plut. Xum. 10. Ciò era poi riferito dagli • annales „ alla vestale Taracia o Tarquinia, ossia Tarpeia, cfr. Plut. Xum. 10, 1 al tempo successivo a Valerio Pu-blicola Plut. l'opl. 8, 7; Plin. XII, XXXIV, 25, e per effetto di una legge Orazia, Gell. VII, 7, 1. Ciò prova ebe v'era una terza ed antica redazione secondo cui tal legge, anziché al tempo di Numa, o dei decemviri, era stata approvata da un console Orazio, forse quello del 449 a. C. E con ciò sta in rapporto la circostanza che codesta vestalo Tarpeia è fatta coetanea di Ninna o poste-
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (626/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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