Storia di Roma di Ettore Pais
conclusioni. valore storico della tradizione. 005
di varie tradizioni fra loro contradditorie assai male collegate e che non hanno in fondo nessun valore storico e cronologico.
Nella redazione più diffusa a noi pervenuta, il processo di Verginia, processo che è invece appena enunciato nella leggenda ardeatina, ò esposto con grande copia di particolari. Ciò dimostra l'intenzione di dare una genesi storica alla istituzione dei dieci giudici che erano incaricati di risolvere le liti, e che, sino a tarda età storica, si occupavano in modo particolare della libertà e della genuinità delle persone. Il significato morale e giuridico dei processi di Verginia e della vergine di Ardea, collegati intimamente più che non appaia con la rogazione Canuleia, consiste nel riconoscere che anche fra i patrici ed i plebei vi potevano essere nozze legali. La leggenda dell'ambasceria romana ad Atene non pare anteriore al II secolo, ed in quello precedente erano già sorte, per quanto sembra, altre versioni che il diritto civile collegarono con altri stati ellenici; ed i tratti caratteristici di Appio sono tolti da quello di Appio Claudio il censore del 312 a. C. Il fondo storico o politico per questo, come per tutti i racconti della pseudo storia romana di tale età, è infine preso ad imprestito alle gesta del secolo I\r, in cui si rammentano le leggi Licinie-Sestie (367 a. C.), la grande rivoluzione e la secessione militare del 312, la legge Valeria del 300, alla quale, pochi lustri dopo, tien dietro quella storica secessione sul Gianicolo, che fu sedata dal dittatore Ortensio (2S7 a. C.J A risultati identici già ci con-
che in ultima analisi, come abbiamo più volte notato, deriva dall'efficacia di Taranto sulle razze sabelliche, v. s. p. 5S7 sgg. cfr. la mia Storia d. Sicilia e d. Magna Grecia, I, p. 587 sgg.
Rispetto all'esistenza di diverse redazioni circa la derivazione delle leggi romane va osservato che in pari modo Sempronio Tuditano e Cassio Emina dicevano che l'intercalazione era opera dei decemviri, altri affermavano l'avesse istituita Numa, vale a dire il preteso discepolo di Pitagora, Cic. de leg. II. 12, 29, che infine altri come lunio Graccano, pensavano a Servio Tullio, v. Macrob. I, 13, 20, vale a dire a quel re, che precedendo i decemviri, avrebbe pubblicato le sue leggi nel Foro, leggi che essendo state distrutte da Tarquinio, sarebbero poi state ristabilite dai consoli del primo anno della repubblica. Dion. Hal. IV, 43; V, 2.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (628/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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