Storia di Roma di Ettore Pais

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      59-1 caI'. iv. - dalla cacciata dei re etc.
      riori al decemvirato poco o nulla si salva, e ciò in minor misura clic a suo luogo determiniamo, vale pure per l'età successiva. I fasti tribnnici sono a maggior diritto sospetti; possiamo anzi asserire clic non sono autentici i nomi di codesti psendo magistrati anteriori alla legge Canuloia. (') Non mancavano del resto tradizioni meno indegne di fede, le quali ignoravano la storia delle violenti agitazioni dei tribuni anteriore al decemvirato; storia ebe è invece raccontata nelle tradizioni dell'annalistica più recente, chediscussione nel cap. IX di questo volume, e nel volume di complemento, come abbiamo più volle ricordato, dal titolo: Fasti ed annali, culti e leggende dell'a ut ich issim a liom a.
      Qui mi sia lecito solo fare osservare ebe l'opinione sostenuta da critici rispettabili, che cioè non ostante l'incendio gallico si sarebbero salvate le tavole dei magistrati, che sarebbero state trasportate nel Campidoglio (a parte tutte le questioni che si potrebbero fare su una tale ipotesi, elio non ha base sicura nemmeno nella tradizione), parte dal preconcetto che la Regia di Numa, prima ancora del 35*0 a. C., fosse il centro della vita sacerdotale romana e l'archivio dei pontefici. Ora lo studio dei monumenti del Foro tende invece a provare che, come la tradizione anticipa assegnando al tempo dei Tarquini e di Servio l'aggere serviano, la Cloaca massima, il Circo ed il Campidoglio, così finge esistente dal tempo di Tazio e di Numa (v. ad es. Tao. XII, ami. 24) l'aggiunzione del Foro romano alla Città, ed in tal modo spiega la congiunzione del Quirinale alla città del Palatino, dell' Ksqnilino e del Celio. Ma tale aggiunta è di data relativamente recente, o prescindendo dai culti importati nel Foro da Lavinio e da Ardea etc., il monumento sepolcrale dei Ciuci presso la porta Romana v. Fest. s. v. p. 262 M, la statua di Vortumno, come il tempio dei greci di Castore e Polluce mostrano come assai tardi questa regione fosse inclusa nella Città. Il Foro romano, come è noto, fece parte della Città non solo molto tempo dopo la formazione della città Palatina, ina anche del Settimonzio, e nulla prova che la cinta del Settimonzio fosse oltrepassata allorché nel secolo V avvenne l'invasione sabina. La stessa tradizione, v. Fest. p. 321 M ammette anzi talora l'opposto; e certo i culti precipui e gli archivi sacri della Città, se pur ve ne erano, si trovavano nel centro del Palatino o del Velia e non alle falde di questi colli.
      (') Che i tribuni della plebe non avessero fasti anteriori al decemvirato riconobbe già il Niese, de ami. liom. obscr. (Marburgi, 1886), p. XIV. Si noti che non depone ancora in favore della reale esistenza di fasti molto vetusti dei tribuni il fatto che secondo la preziosa notizia di Valerio Massimo, II, 2, 7, non solo i tribuni, non essendo magistrati del popolo romano, non potevano entrare nella curia ma che: " veteribus seuatus co il sii I ti s T littera subscribi solebat, eaqtie nota siguificabatur illa (cioè i decreti) tribunos quoque censuisse „.


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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen
1898 pagine 629

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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