Storia di Roma di Ettore Pais
conclusioni. caratteristiche della tradizione
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qualcuno della gente Fabia e della Licinia. (l) I Fabi non erano però i soli a narrare la storia nazionale, anche essi avevano i loro rivali e nemici e perciò ad es. anche uno dei loro fu presentato sotto foschi colori, come complice del decemviro Appio Claudio. (*) È poi evidente la tendenza, a mettere sotto luce ora favorevole ora sfavorevole, a seconda dei diversi casi, i Minucì amici dei Valeri, (3) ed i Servili, i quali ultimi vengono pure rappresentati ora come zelanti, ora invece come tiepidi protettori della plebe. (*) La grande importanza che si accorda ai Valeri deve essere cercata in parte nel successo letterario dello storico di codesta famiglia vissuto nell'età cesariana, (5) ed analoghe considerazioni vanno fatte per i Quinzi, protettori sino dal III secolo delle lettere e dei letterati. Cosi è ovvio pensare che alla formazione di una parte delle gesta gloriose di Spurio Cassio abbia contribuito l'annalista Cassio Emina, e che le leggende dei Muci siano state elaborate anche sotto l'efficacia del pontefice Scevola, il ben noto compilatore e raccoglitore degli annali massimi. ( ) Ed è naturale credere che per questo lato sarebbe assai facile ricostruire la genesi di più di un episodio, se ci fosse pervenuto qualche frammento dello storico Postumio Albino o maggior copia ne possedessimo di
(') Sulla inimicizia di Fabio llulliauo verso Appio Censore v. Liv. IX. 46, a. 304; X, 15, a. 297; 22 sqq. a. 296. Cfce tutte le controversie ivi riferite siano frutto di posteriore elaborazione, che tenne conto della inimicizia di codeste persone, risulta da Livio stesso X, 26. Dalla inimicizia di qualche Claudio per qualche Licinio deriva forse il discorso di un Appio Claudio nel 368; Liv. Ili, 40; cfr. VI, 34; 36; 40; X, 7. Esempi di posteriori rivalità dei Claudi con i Fabì non mancano. Rispetto alle fonti di codesti discorsi, come alla genesi dei processi di tale periodo si può dire sia tutto da fare. E evidente che codesti discorsi, di cui non v'è scarsezza, non sono soltanto il risultato di esercitazioni retoriche ma anche di determinate tendenze politiche.
(*) Anche rispetto allo gesta dei Claudi Cv.ad es. quanto si narra sulla morte del console del 461 a. C., Liv. II, 61; cfr. Dion. Hal. IX, 54; Zonar. VII, 17), vi erano tradizioni opposte, ora favorevoli, ora contrarie.
(J) Plut. Popi. 3; 11.
(*) Liv. II, 23; 30 6; 52, 6. Secondo Dionisio, VI, 30, il console Servilio trionfò invece senza il consenso del senato e conseguì il favore della plebe.
(s) SulPAnziate rimando però a quanto ho osservato s. p. 87, n. 2, cfr. p. 602, n. H V. s. p. 29.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (634/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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