Storia di Roma di Ettore Pais
CONCLUSIONI. EFFICACIA ELLENICA.
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nel suo piccolo podere, dove è trovato dagli ambasciatori del senato nell'atto di ararlo, benché possa a primo aspetto apparire di carattere puramente romano, è la pedestre imitazione di una storiella ellenica. Tale aneddoto è infatti raccontato a proposito dei re frigi, ove si discorre di Gordio, a cui nell'atto di arare il campo è presagito il regno, al quale, mentre era sul campestre carro, è offerto il regno dai concittadini lacerati da interne sedizioni. (') Questa storiella infine ricompare nel racconto delle gesta di Alessandro Magno, quando si dice di Abdalonimo di Sidone, il quale, in causa della sua povertà, s'era ridotto a lavorare un orticello fuori della città, e che nell'atto di cogliere povere erbe è sorpreso da Alessandro, il quale lo saluta re ed insieme gli porge le regie vesti. (*) La forma di codeste leggende risponde alla fonte greca. Alcune battaglie come quelle del lago Regillo tradiscono infatti le origini elleniche anche dal lato dell'esposizione. E ovvio il confronto fra questa e la analoga della selva Arsia con quelle combattute contro i Veienti, dove cadono i Fabi, e con quelle dove figura un Quinzio. E non è necessaria una lunga dimostrazione per riconoscere che il prosatore od il poeta latino che primo le raccontò segui in parte la falsariga di Omero e di Stesicoro, in parte imitò i più recenti poemi storici dell'età alessandrina. (3)
Nonostante la grande efficacia ellenica, tutta questa materia viene rimaneggiata da scrittori latini con il proposito di esprimere nobili e grandi sentimenti, degni del periodo in cui sorge la storiografia nazionale. La storia è concepita dai Romani come fonte di insegnamento religioso e soprattutto civile, perciò, per le stesse ragioni per cui Mucio Scevola è trasformato dalla successiva storiografia in un rappresentante delle dottrine stoiche, destinate talora a fondersi con la morale latina, Coriolano viene espresso
(') Iust. XI, 7. Conio abbiamo già fatto valere, v. s. p. 382, 11. 2, questo racconto figura anche nella leggenda di Tanaquilla e di Tarquinio Prisco.
C) Curt. IV, 1, 19; cfr. Iust. XI, 10, 8; Diodoro, XVII, 47, racconta questo stesso fatto a proposito di Tiro, e Plutarco, de Alex. fori. II, 8, riferisce bensì il fatto ad Alessandro, ma lo localizza a Pafo.
(") V. s. p. 41.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (642/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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