Storia di Roma di Ettore Pais
AGGIUNTEIl volume presente era pressoché finito di stampare allorché ebbi cognizione del lavoro del Muenzer, lieitraege sur QucUenkrUih der Saturgcschirhtc des i'Hnius (Berlin, 1897). Ne trarrò partito in quello di complemento.
A pag. 377, n. I ; cfr. p. 297. Per cortesia del mio amico E. Do Ruggiero ho avuto modo di leggere la memoria del Wissowa, Septimoutium uiul Subura. estratto dalla Satura Viadrina (Breslan, 1896), dalla quale apprendo che codesto egregio critico è pure di opinione che il Celio, dove giustamente pone il monte Sucusa, facesse parte del più antico Settimonzio.
A me sembra però evidente che tanto il colle Sucusa (una parte del Celio quanto la valle Subura (fra il Quirinale, il Viminale e PEsquilino). che facevano parte di una sola regione, y. Varr. d. ì. L. V, 46; 48, fossero due avamposti e due sobborghi del colle Velia, alle cui radici si dovevano trovare due delle porte dell'antichissimo Settimonzio, v. s. p. 297. La valle Subura era a nord del * mnrus terreus, „ che congiungeva le Carine con il Velia e che il Celio appartenesse in origine ad un subborgo risulta, credo, dalla voce u Martialis campus „ di Paolo, ep. l'est, p. 131. Non oso decidere la questione affrontata dal Wissowa. e da lui risolta in senso negativo, circa la possibilità di uno scambio fonetico tra Sucusa e Subura. Mi pare tuttavia che il fatto che le due località avevano lo stesso carattere di avamposto e di sobborgo, giovi a spiegare l'eventuale scambio dei due nomi, che gli antichi identificavano, e le due diverse etimologie ricavate o dal presidio militare contro i Gabini (da succurrere) o dalla posizione sotto la Città (sub urbe), e che ciò soprattutto rischiari perchè il colle Sucusa e la più nota valle Subura facessero parte della stessa regione e tribù. Credo ad ogni modo che il Wissowa abbia ragione nel rilevare l'errore dei topografi anche più autorevoli, i quali congiungono lo due località mediante una stretta striscia di terra attraverso il Velia. Le due regioni facevano parte di una unità distrettuale, senza che fossero perciò unite materialmente. Il fatto non ha nulla di strano in sè. Si pensi ad es. alla divisione territoriale dell'Attica dopo distene, ed a quella delle stesse tribù romane nel suolo latino ed italico.
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Storia di Roma
Parte Prima
di Ettore Pais
Carlo Clausen 1898
pagine 629 |
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Pagina (654/656)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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