Storia di Roma di Ettore Pais
XXV1I1 PREFAZIONE.
certa indeterminatezza di linee, anziché quella recisione, che è propria degli stadi elementari delle ricerche matematiche e sperimentali.
I problemi che qui esamino ho affrontato, sia pure con mano inesperta, ma con volontà ferma. Se non che, di fronte alla natura dell'argomento, mi sono nondimeno paragonato in più di un caso al pittore, il (piale mirando a ritrarre un paesaggio, allorché ombre o vapori lo rendano meno percettibile, invano tenta cogliere nette le linee. Dal vario atteggiarsi della luce, a seconda dei vari punti di vista, ancor più che dalle condizioni del suo spirito, quegli si troverà obbligato a valersi di sfumature e di chiaroscuri. Il dubbio ed il problema involgono tanto l'età di Cesare, quanto il mito di Romolo. Diverso è però il grado di esitazione da parte di chi debba pronunciare giudizi su ambedue questi argomenti. Così è ben differente ritrarre le vette delle Alpi in un giorno nebbioso, oppure disegnare in un chiaro mattino ie cime della Sila o i monti dell'opposta Sicilia.
Mettendo in evidenza i difetti e le lacune dell'opera presente, ho nutrito il desiderio che il lettore assistesse al modocon il quale le mie convinzioni si erano andate formando, ed
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avesse quindi modo di scegliere da sé la via che gli sembrasse retta. xV chi è disposto a guardare la storia romana da un punto di vista diverso dal mio, ho con ciò fornito io stesso i mezzi di confutare le opinioni da me sostenute. E ciò ho fatto con la maggior tranquillità d'animo, poiché mi sorregge la speranza che si imbatterà in argomenti di più fertile e sicura ricerca chi sceglierà la via per cui io mi sono messo, anziché colui che preferirà battere quella che ho cercato evitare.
Se il progresso degli studi sarà tale fra noi, per cui l'opera,
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (33/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Cesare Romolo Alpi Sila Sicilia
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