Storia di Roma di Ettore Pais

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      2 CAP. V. - DALLA CADUTA DEL DECEMVIRATO ETC.
      con erigerne sui rostri le statue ; ma a vendicare le offese inviarono un esercito sotto la guida del console L. Sergio che da questa guerra avrebbe acquistato a sè ed ai suoi il cognome di Fidenate. (*) ÀI di là dell'Aniene il re veiente sarebbe stato sconfitto; ma le perdite patite dall'esercito romano avrebbero indotto il senato a nominare dittatore Mamerco Emilio, che a maestro della cavalleria si scelse L. Quinzio Cincinnato. Emilio pose l'accampamento sul punto dove l'Aniene confonde le sue acque con il Tevere ed attaccò più arditamente l'esercito dei Fidenati e dei Yeienti, ai quali si erano uniti i Falisci. La resistenza principale venne fatta dalla cavalleria nemica, ma il dittatore ed i suoi luogotenenti sbaragliarono completamente i popoli alleati. Emilio ottenne il trionfo, e fra i suoi ufficiali meritò di attirare su di sè l'ammirazione dei concittadini Aulo Cornelio Cosso, uno dei tribuni militari, il quale avendo riconosciuto il re veiente Tolumnio lo affrontò e con l'uccisione di lui vendicò gli dei mani degli ambasciatori romani : Cosso, tagliato il capo al re, ne raccolse le spoglie e le consacrò nel tempio di Giove Feretrio, dove, quattro secoli dopo, le vide ancora Cesare Augusto. Nella corazza di Tolumnio, Augusto lesse infatti l'inscrizione votiva; ma in questa A. Cosso non chiamava sè stesso tribuno, bensì console. (*) Dell'importanza di questo fatto diremo a suo luogo, intanto notiamo come, secondo la tradizione, Fidene figuri come presa subito dopo la vittoria del 437 a. C. I consoli dell'anno successivo condussero l'esercito a fare preda nell'agro veiente e falisco, ed alla lor volta due anni dopo i Veienti ed i Fidenati, devastando il territorio romano giunsero sino alla porta Collina. Il console Vergilio creò dittatore Aulo Servilio, questi fece suo maestro Postumio Ebuzio. Servilio riprese l'offensiva, guidò i Romani sotto le mura di Fidene, la strinse di assedio e per mezzo di gallerie sotterranee se ne impadronì
      (*) Liv. IV, 17; Cic. Fìiil. IX, 4 sq.: u Lars Tolummus, rex Veientium, quat-tuor legatos populi Romani Fidenis interemit, quorum statuae steterunt usque ad meam memoriam in rostris „ e fa poi il nome dei quattro legati. Cfr. Plin. NH. XXXIV, 28; che ricorda tali statue tf inter antiquissimas Diodoro, XII, 80, fa menzione di tale uccisione degli ambasciatori all'a. 418 a. C. = 426 a. C. Varr.
      C) Liv. IV, 20; Dion. Hal. XII, 5.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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