Storia di Roma di Ettore Pais

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      LE GUERRE CONTRO FIDENE ED I VOLSCI. 3
      (435 a. C.) (1) La presa di Fidene riusciva molto dannosa ai confederati Veienti ed anche ai Falisci, che avrebbero avuto la colpa di non essersi uniti ai primi nel difendere i comuni interessi contro Roma. Cercarono por riparo al mal fatto con chiedere aiuto alle dodici città della lega etrusca, ed ottennero che si convocasse il concilio presso il tempio della dea Yoltumna per discutere intorno ad un'azione concorde. Ma quivi fu deliberato di abbandonare alla loro sorte i Yeienti, i quali di loro iniziativa avevano incominciato la guerra ; (2) i Romani intanto avevano nominato daccapo dittatore Marco Emilio, il quale a suo maestro della cavalleria si era scelto Postumio Tuberto (434 a. C.) Questa notizia viene ripetuta due anni dopo; anche nel 432, nel consueto concilio presso il tempio della dea Yultumna, i Yeienti avrebbero infatti notato il danno recato alla gente etrusca dalla perdita di Fidene, (3) ma fu deciso di soprastare per un anno. D'altro canto a Roma non mancava materia di guerra e di contese. Nel 431 gli Equi ed i Yolsci con eserciti poderosi giungono sull'Algido; i consoli T. Quinzio Cincinnato e Gn. Iulio, secondo alcuni annali, avrebbero patito una sconfitta, (4) perciò, dietro eccitamento di A. Servilio, si sarebbe creato dittatore Aulo Postumio Tuberto, che rafforzato dagli aiuti degli Ernici e dei Latini pronti come per il passato agli ordini dei Romani, vinse i nemici in una grande battaglia, combattuta del pari nell'Algido, in cui dettero prove di valore tanto il volsco Yettio Messio quanto il dittatore Postumio ed il console T. Quinzio. (5) La vittoria arrise ai Romani, ma la rese meno lieta la severità eccessiva con la quale, stando ad alcuni scrittori, in tale occasione Postumio punì l'ardore guerresco di suo figlio che aveva trasgredito i suoi ordini (431). (6) Gli Equi chiesero pace ed ebbero tregua per
      (1) Liv. IV, 22.
      (2) Liv. IV, 23.
      (3) Liv. IV, 25, 8.
      (4) Liv. IV, 26, 6: tf sunt qui male pugnatimi ab bis eonsulibus in Algido auctores sint, eamque causam dictatoris creandi fuisse
      (5) Liv. IV, 27.
      (6) Liv. IV, 29, 5: u egregiae dictaturae tristem menioriam faciunt qui filium ab A. Postwmio, quod occasione bene pugnandi captus iniussu decesserit


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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