Storia di Roma di Ettore Pais
PRESA DI TARRACINA. ASSEDIO DI VEIO
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assedia Tarracina. Prende la città, spoglia i cittadini delle armi, ne fa prigionieri due mila e cinquecento; ma a dividere la preda restante attende tanto che giungano anche i colleglli, i quali combattendo ad Anzio e ad Ecetra avevano impedito il concentramento di tutte le forze volsche a Tarracina, e ci è detto che in guiderdone di ciò Fabio volesse che anche i colleghi ed i loro eserciti si reputassero conquistatori di così importante città. L'atto generoso avrebbe avuto per effetto la pacificazione fra i plebei ed i patrici, ed ancor più l'avrebbe favorita la decisione, presa immediatamente dopo, di accordare lo stipendio alla milizia con denaro tolto dal pubblico erario. (')
Le difficoltà che si opponevano ad una terza ed efficace ripresa delle ostilità contro Yeio sono quindi rimosse; l'anno seguente (405 a. C.) l'esercito romano, formato in parte da volontari sotto la guida dei tribuni militari T. Quinzio, C. Iulio, A. Manlio, L. Furio e M. Emilio Mamerco, muove contro la potente città e dà principio al decennale assedio. Se non che, non apparendo che le altre città etnische avessero deciso di aiutare Veio, l'anno seguente parve conveniente distrarre una parte delle forze contro i Volsci. Nel 404 a. C. si combatte con felice esito per i Romani fra Ferentino ed Ecetra; e mediante il tradimento di un servo, costoro riescono ad impadronirsi di Artena. (-) Nell'anno seguente (403 a. C.), per stringere Veio con un assedio che riuscisse veramente efficace i Romani deliberarono di costruire stabili accampamenti, che concedessero loro di rimanere fuori della Città anche nella stagione in-
(1) Liv. IV, 59; Diodoro, XIV, 16 ad a. 403 (406 Varr.) compendiava tutto ciò
rispetto al tempo, riferendo le varie notizie ad un solo anno. Il testo è lacero rispetto alle cause per cui sarebbe sorta, secondo la fonte da lui seguita, la guerra veiente. Egli ricorda la deliberazione di mantenere a pubbliche spese i soldati, tace delle spedizioni contro Anzio ed Ecetra, ricorda invece quella contro Anxur o Tarracina.
(2) Livio, IV, 61, a proposito di Artena nota: * sunt qui Artenam Veientium non Volscoruin fuisse credant „ ed aggiunge che questo era un errore causato dall'esservi un'altra Artena fra Cere e Veio, che era stata distrutta al tempo dei re, ed accenna quindi ad un fatto da lui anteriormente non raccontato. Ecco ad ogni modo uno dei rari casi in cui Livio dichiara risolvere uno dei dubbi da lui proposti al lettore.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (54/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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