Storia di Roma di Ettore Pais
12 CAP. V. - DALLA CADUTA DEL DECEMVIRATO ETC.
si fissava Finvio dell'aureo cratere mandato in dono ad Apollo Delfico e della nave romana che lo recava, la quale vien fatta prigioniera dai pirati di Lipari. Il magistrato di costoro, (lo si chiamava Tima-siteo e lo si faceva di costumi diversi da quelli dei suoi), udito il nome dei donatori, saputo il dio a cui era inviato il cratere, non solo restituisce la preda, ma accompagna i Romani, sicché l'aureo vaso può essere consacrato a Delfo nel tesoro dei Marsigliesi. (*)
Nel 394 si combatte a più riprese e con diverso evento contro gli Equi. II tribuno militare C. Emilio occupa il castello di Verru-gine, il suo collega Postumio devasta le terre dei nemici. Ha luogo una fazione di esito dapprima ambiguo, cui tien dietro la vittoria, ma si sparge la voce della morte del capitano. La guerra contro gli Equi si rinfocola negli anni seguenti. Nel 393 a costoro vien fatto di prendere la colonia romana di Vitellia; ma dà loro una sconfitta il console L. Lucrezio. Nell'anno seguente, sono battuti dai consoli Valerio e Manlio sull'Algido, e Valerio su di essi mena trionfo. In questo stesso anno principiano le scaramuccie con i Volsiniensi ed i Sappinati loro alleati che infestano il territorio romano. Contro i primi nel 392 a. C, marciano i tribuni militari L. Lucrezio e C.Emilio; Agrippa Furio e Sergio Sulpicio sono invece incaricati di tenere testa ai Sappinati, I Volsiniensi sono molto numerosi, ma nella battaglia si mostrano pronti alla fuga e la cavalleria romana circondati otto mila dei loro li fa prigionieri. I Sappinati, udito l'esito della battaglia, non osano oltre affrontare il nemico; i Romani devastano il territorio loro e quello dei Volsiniensi, i quali, stanchi infine della guerra, ottengono una tregua di venti anni,(2) e tale tregua è l'ultimo fatto esterno che preceda l'invasione dei Galli nel suolo romano.
Volgiamoci ora a enumerare le vicende interne. Tre anni dopoV, 5, 1; Di on. Hàl. XIII, 1 sq.; Plut. Cam. 10; Cass. Dio. fr. 24, 2, p. 76 Boiss.; cfr. Zonar. VII, 22.
(1) La storia dei Liparei è riferita anche da Diodoro, XIV, 93, il quale, da buon siciliano, non tralascia di notare un fatto che ha relazione con la sua patria; cfr. Liv, V, 28; Val. Max. I, 1, ext. 4; Plut. Cam. 8.
(2) Liv. V, 28-32. Diodoro, XIV, 102 ad a. 393 a. C. porge queste notizie discordanti: tipe; (jlìv Aixoùg 5ta7i0Xs(jl00vxsg AicpXov ticXlv xati xpaxo^ sIXov,
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (59/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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