Storia di Roma di Ettore Pais

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      INTERNE DISCORDIE. COLONIA A LAB1C1.
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      possano creare promiscuamente fra patrizi e plebei, (l) e come segno di concordia, per il 420, si procede alla nomina dei tribuni militari anziché di consoli; ma risultano al solito patrici, ossia L. Quinzio, Sesto Furio Medullino, M. Manlio, A. Sempronio, ed i candidati plebei per la questura, fra essi un Antistio e un Pompilio, l'uno figlio, l'altro fratello di tribuni della plebe, vengono respinti. Come protesta, i tribuni della plebe, fra i quali appare daccapo un Canuleio, intentano un nuovo processo al console C. Sempronio che viene multato di quindici mila assi, ed agitano la plebe con 1111 progetto di legge agraria (420 a. C.) La tradizione liviana non mette in relazione tali agitazioni plebee con la congiura servile del 419 a. C., con cui si mirava a sorprendere il Campidoglio e la rocca capitolina, ma riparla delle leggi agrarie a proposito della conquista di Labici. Il senato, prima ancora che i tribuni coglies-sero la favorevole occasione di proporre nuove leggi agrarie, delibera di inviare a Labici una colonia, alla quale prendono parte mille e cinquecento cittadini, cui si assegnano due iugeri a testa, (2) (a. 418 a. C.); ma questo provvedimento non rende tranquilla la Città per più che due anni. I tribuni della plebe Spurio Mecilio e M. Metilio, il primo eletto a tale carica per la quarta, l'altro per la terza volta, propongono una legge agraria intorno al dividere a testa tutto quanto il territorio preso sui nemici, il che equivale al disfare il patrimonio di tutte le famiglie cospicue (416 a. C.) (s) La tempesta anche questa volta è allontanata dal capo dei patrici da un Àppio Claudio, che è detto nipote del decemviro, il quale insegna ai colleghi l'arte di insinuarsi nell'animo di alcuni fra i tribuni plebei, sicché sei di costoro si oppongono alla approvazione di una legge siffatta. Il consiglio dato da Appio Claudio reca i suoi frutti ; perciò, nell'anno seguente, (415 a. C.) gli stessi tribuni si oppongono alla rogazione del loro collega L. Decio, che voleva si inviasse
      (1) Liv. IV, 48.
      (2) Liv. IV, 44-47.
      (3) Liv. IV, 48, 2: u ei cuni rogationem promulgassero, ut ager ex hostibus captus viritim divideretur, magnaeque partis nobilium eo plebi scito publicarentur fortunae „.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




Quinzio Sesto Furio Medullino Manlio Sempronio Antistio Pompilio Canuleio Sempronio Campidoglio Labici Labici Città Spurio Mecilio Metilio Claudio Appio Claudio Decio Liv Liv Liv