Storia di Roma di Ettore Pais

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      CRITICA DELLA GUERRA CONTRO FIDENE.
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      narrati intercede una grande e notevole differenza. Avevamo infatti finora esaminate notizie che non si riferiscono all'età storica del popolo latino, e che, ancor più che duplicazioni di posteriori vicende, contengono elementi di carattere mitico. Con la storia della presa di Fidene per opera del dittatore Mamerco Emilio entriamo invece nel periodo dei fatti nella sostanza autentici. Tuttavia siamo ben lungi dall'aver abbandonato il campo della leggenda; ed in nessun periodo più che in questo sono chiare le duplicazioni o le triplicazioni di un fatto storico, la confusione e il carattere arbitrario dei fasti, infine la nessuna esattezza della più antica cronologia romana. Contro Fidene il dittatore Mamerco Emilio muove due volte nel 437 e nel 426; ma che si tratti nella sostanza di un solo avvenimento prova, accanto a minori circostanze, il fatto che tanto la prima quanto la seconda volta il luogotenente A. Cornelio Cosso, ora detto tribuno militare, ora maestro dei cavalieri, uccide in battaglia il re Tolumnio. (l) Un'ampia ed ulteriore conferma viene dagli annali meno impuri compilati da Diodoro, poiché questi non parla della guerra del 437 e ricorda solo quella del 426, in cui essendo dittatore Mamerco Emilio, Aulo Cornelio uccise il duce nemico. (2) Diodoro non dice però che questi fosse riuscito a conquistare tale città, come la versione comune afferma per la seconda campagna del 426, ma dichiara che l'esito della battaglia fu incerto. (3) La tradizione liviana discorre inoltre di una presa di Fidene fatta nel 435 a. C. dal dittatore Servilio, il quale dalla con-
      (1) Cfr. Liv. IV, 20; cfr. IV, 32. Intorno alle spoglie opime di Cosso ed alla cronologia del fatto ampiamente discussa anche dal Mommsun, roem. Forscliungen, II, p. 236 sgg., v. oltre al cap. IX e nel volume di complemento: Fasti ed annali, culti e leggende delVantichissima Roma. Secondo Varrone apd Fest. p. 189 M s. v., le u opima spolia „ non erano solo quelle che, stando alla versione più diffusa, il duce supremo romano avrebbe tolto al supremo comandante nemico. Varrone diceva: u opima spolia esse, etiam si manipularis miles detraxerit, dum-modo duci hostium Con la tendenza anche da parte di semplici soldati ad impadronirsi delle spoglie del duce nemico si collega il racconto del Frentano Oblaco e di Meglacle vestito delle armi di Pirro, Dion. Hal. XIX, fr. 12.
      (2) Diod. XII, 80; ma l'anno 426 a. C. rispondente al 428 a. C. Varr. equivale al 418 a. C. = 0. 90, 3.
      (3) Diod. L c.: tioXX&v ~ap àp,cpoxspot,£ rcsaóvxcov ioónoppog 6 ày&v iYévsxo.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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