Storia di Roma di Ettore Pais
DUPLICAZIONI DELLA GUERRA CONTRO FIDENE.
23
scoppia quindici anni dopo l'incerta battaglia in cui sarebbe perito il re Tolumnio. (*) La guerra veiente del 406 è ad ogni modo determinata da una ragione molto simile a quella per cui si era di già venuti alle mani con i Fidenati. Nel 438 il re Tolumnio, divenuto alleato e signore dei Fidenati, aveva fatto toglier di vita i quattro ambasciatori romani, nel 426 i Fidenati uccidono i coloni romani, e nel 406 il senato veiente minaccia simile sorte agli ambasciatori romani, (2) Che si tratti di uno stesso aneddoto anticipato risulta dal racconto liviano rispetto al 403. Si narra infatti che i Veienti, stanchi dalle contese interne, causate dalla consueta creazione di annui magistrati, si decisero a creare un re e che la superba condotta di costui nei giuochi fu causa per cui la confederazione etnisca abbandonò i Veienti alla loro sorte. Ma ciò è in contraddizione con il dato della stessa tradizione che i Veienti fa già governati dal superbo re Tolumnio, che si dice ucciso da Cornelio Cosso nel 437 o nel 426; ed è degno di attenzione che ove si parla dell'uccisione dei quattro ambasciatori, si dice che codesto re dette un ordine equivoco a tale proposito mentre era pure intento a giuochi. (3) Per quello che appare, uno stesso elemento da varie tradizioni fu esposto in modi diversi, ed in breve ci troviamo davanti a diverse anticipazioni di una sola guerra contro Veio e l'alleata Fidene, la quale, secondo ogni verosimiglianza, stando agli stessi dati della tradizione che duplica o triplica i medesimi fatti, non venne conquistata molto prima del 403 a. C., ossia verso Tanno in cui i Veienti si sarebbero posti sotto il governo di un re.
C) Diod. XII, 80 ad a. 418 = 426 a. C. Varr.; cfr. XIV, 16 ad a. 403 = 406 Varr.
(2) Liv. IV, 17; 31, 7: u sicut legatorum antea, ita tum novorum colonorum caede irabutis armis, Veientibus sese coniungunt. „; IV, 58, 6: u bellum niotum ob superbum responsum Veientis senatus, qui legatis repetentibus res, ni facesserent propere urbe finibusque daturos quod Lars Toluninins dedisset, responderi iussit „.
(3) Liv. IV, 17,3: u levant quidam regis facinus, in tesserarum prosperoiactu vocem eius ambignam ut occidi iussisse videretur, a Fidenatibus exceptam
>
causam niortis legatis fuisse E ovvio pensare alla nota leggenda erodotea, I, 94, che con i Lidi (cui fa poi emigrare nella Tirrenia), collegava l'invenzione del giuoco dei dadi. Sui giuochi veienti e la porta Ratuinena a Roma v. nel cap. sg.
| |
Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
|
Pagina (70/795)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Tolumnio Fidenati Tolumnio Fidenati Fidenati Veienti Veienti Veienti Tolumnio Cornelio Cosso Veio Fidene Tanno Veienti Diod Varr Varr Liv Veientibus Veientis Lars Toluninins Liv Fidenatibus Lidi Tirrenia Ratuinena Roma
|