Storia di Roma di Ettore Pais

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      L'AUREO CRATERE INVIATO A DELFO; I LIPAREI
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      di Timasiteo, il magistrato dei Liparei che restituì l'aureo cratere, i cui discendenti vennero premiati dai Romani, allorché vinti i Cartaginesi, Lipari venne in loro potere. Oltre a ciò non ha l'impronta di un dato sospetto il particolare relativo al tesoro dei Massalioti in cui i Romani avrebbero consacrato il loro voto. Si raccontava anzi che avendo il focese Onomarco, circa quarantanni dopo, confiscati e fusi i tesori donati all'Apollo Delfico, il cratere dei Romani venisse pure fuso e rimanesse soltanto sul porto la base di bronzo sul quale era stato imposto. (*) Cosi non è indegna di fede la notizia che, per rispetto al nome romano, il magistrato di Lipari avesse deciso la restituzione del dono e non è assurdo che una nave liparitana accompagnasse i Romani amici dei Marsigliesi sino a veder le coste greche. (2) Notizie autentiche ci mettono in grado di sapere che i Liparei rendevano pericoloso lo stretto di Sicilia e le coste vicine ed erano fieri nemici dei pirati etruschi. (3) Le relazioni che essi avevano con le coste d'Italia sino a Sorrento ed alla Campania, dove si recavano di frequente, (4) dovevano loro rendere noto il nome dei Romani, tanto più se è vero che costoro, come i vicini Ceriti, si astenevano dal recare molestia alle navi dei Greci con alcuni dei quali mantenevano anzi buone relazioni. (5) Ma la ragione principale del rispetto dimostrato da Timasiteo an-
      (l) App. Ital. 8: xpaxyjp xs cctio xtòvSs x&v ^cy/jiaxcov sv AzXyolq sxsixo ypuasog sui ^aX/crjg pscastog sv xtò 'Pcojxaicov xai MaaaaXtyjxcbv fryjaaopq) ,i£XPc xòv ,isv ^puaòv 'Ovó^ap^sg ^coxtxcj) TioXsjaq) xaxsx^vsuae. xsixa: 5'rj [3aai£.
      I dubbi espressi dal Burger, meni. cit. p. 82, intorno a questa notizia, nella quale vede una giustificazione sospetta del non esistere più il monumento, a me sembrano infondati. Così non hanno valore le osservazioni dell' Ihne, roem. Gescliichte, I", 285 sg., il quale dalla tarda fondazione di un tempio di Apollo a Roma (352 a. C.) ricava che il racconto dei dono delFaureo cratere inviato a Delfo è: * wokl niclits als eine imi essi ge Lrfindung oder gar Faelschung der spaetern Delphier „. I Ceriti non avevano certo un tempio di Apollo allorché nella seconda metà del VI secolo, dopo aver lapidato i Focei, inviarono una sacra teoria all'Apollo di Delfo, Hekodot. I, 167.
      {-) Liv. V, 28, 3; cfr. Diod. XIV, 93.
      O Pacs. X, 16, 7.
      (4) Diod. V, 6.
      C) Strab. V, 221 ; 231 C.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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