Storia di Roma di Ettore Pais

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      GENESI DELLA STORIA DI QUESTO PERIODO. 37
      totipo del pseudo tribuno della plebe che avrebbe guidata la prima secessione del 494 a. C., non vuole si faccia una colonizzazione dell'agro volsco, ma pochi anni dopo nel 387 a. C. egli propone appunto una legge intorno a questo terreno, sebbene la plebe avesse sei anni innanzi conseguito quel territorio veientano che aveva chiesto. (*) Anche la storia della distribuzione dell'agro di Veio non merita troppa fede. Non è credibile venissero accordati sette iugeri a ciascun uomo libero senza tener conto se fossero o no padri di famiglia, mentre per tutto il secolo seguente sino alla fondazione della colonia di Tarracina, vediamo le solite assegnazioni a ciascun colono capo di famiglia di circa due iugeri (329 a. C.) (2) Altre notizie meno incerte ci insegnano che un provvedimento di questo genere fu preso solo nel III secolo al tempo di M\ Curio. (3) Secondo la tradizione comune, prima e dopo la invasione gallica, Camillo a stento riesce ad impedire che la plebe si rechi ad abitare a Veio. (4) Tuttavia questa notizia non solo è in contradizione con l'assegnazione dei sette iugeri a tutti i maschi che lo richiedessero affinchè a Veio sorgesse una popolosa colonia, ma con il fatto che a Veio e non a Roma, dopo la sconfìtta gallica, si riconduce una parte dei Romani, e che a Veio, mezzo secolo
      (') Liv. V, 24, 11; cfr. VI, 1. La tradizione accettata da Livio tenta vanamente mascherare l'unità del fatto tramandato in modo diverso con dare al primo Sicinio il prenome di Gaio, al secondo quello di Tito. La grande libertà con cui gli antichi attribuivano diversi prenomi ad uno stesso personaggio è dimostrata fra l'altro in modo luculento dal confronto delle varie liste dei fasti consolari.
      (2) L'esistenza di tradizioni differenti è dimostrata dalle parole di Diodoro, XIV, 102: y.af à>Spa Sóvxsg 7tXsfrpa xsaaapa, d)£ Ss v.ves, eixooiv òxia>. Per Anxur v. Liv. VIII, 21, 10, rispetto alla colonia di Satricum del 385 a. C. si ricordano solo u bina iugera et semisses, „ Liv. VI, 16; rispetto a quella più antica di Labico 418 a. C., si fa menzione di soli u bina iugera A proposito delle assegnazioni del 340 a. C. si rammentano a bina in Latino iugera, terna in Falerno quadrantibus etiam prò longiquitate adiectis „ Liv. Vili, 11, 13, cfr. Burgeb, meni. cit. p. 130 sgg. V'è rapporto, o meglio, vi fu confusione fra i sette iugeri ed i u septem pagi „ dell'agro veiente?
      (3) Val. Max. IV, 3, 5; cfr. Plin. UH. XVIII, 7; 18.
      0) Liv. V 24 sq.; 50, 8 sqq.


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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino
1899 pagine 746

   

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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche




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