Storia di Roma di Ettore Pais
GENESI DELLA STORIA DI QUESTO PERIODO.
39
per cui anche il popolo ateniese mostrò riverenza alle peaniese Fie, allorché sotto le sembianze della stessa Atena ricondusse in patria ed in trionfo l'esule Pisistrato. {l) Rinunciamo a stabilire quale fosse la tradizione più antica rispetto al processo Camillo, tanto più che non va escluso il dubbio che la storia dell'esilio di lui sia stata narrata con il fine deliberato di ottenere un maggiore effetto retorico facendo giungere da Ardea l'esule destinato a liberare Roma dai Galli. Allo stesso modo che è falsa la storia dell'esilio di Coriolano e non merita fede quella di Servilio, non può ciecamente essere creduta vera quella di Camillo perchè, come vedremo nel capitolo seguente, non è vero che il vincitore di Veio abbia cacciato i Galli da Roma. La menzione di Ardea è stereotipata in occasione dei pift grandi avvenimenti che determinano una crisi nella storia di Roma. L'abbiamo veduta rammentata a proposito della cacciata dei re,
Che il trionfatore fosse considerato, durante la sacra cerimonia, simile a Giove risulta da Verrio apd Plin. NH. XXXIII, 111 : * enumerat auctores Ver-rius quibus credere necesse sit lovis ipsius simulacri faciem diebus festis nimio inlini solitam triumphantium eorpora, sic Canrillum triumphasse, hac religione etiamnum addi in unguenta cenae triumphalis et a censoribus in primis Iovem miniandum locari Tale costume del resto non era esclusivamente romano, dacché Clearco, il noto tiranno di Eraclea, si tingeva appunto in questo modo per apparire figlio di Giove, v. Memn. in M, FHG. Ili, p. 526, ed il costume delle quadrighe tirate da bianchi cavalli esisteva di già a Siracusa al tempo di Dionisio I, v. Diod. XIV, 44. E poiché il trionfatore era considerato come la personificazione di Giove (il dio che di già nelle più antiche monete romane di tipo campano vediamo rappresentato sulla quadriga), non vedo perchè si debba credere che Cesare sia stato realmente il primo a trionfare in tal modo e che Ovidio, fast. VI, 724, non rappresenti un tratto della tradizione precesariana ove, parlando del trionfo del dittatore Postumio Tuberto 431 a. C. dice che costui fu tirato da nivei destrieri.
Del resto simili notizie dovevano riferirsi tanto a proposito del trionfo del Publicola, Plut. Popi. 9, quanto di Marcello l'uccisore del gallo Viridomaro, Plut. Rom. 16. Camillo, come vedremo daccapo nel cap. sg., fu confrontato con Romolo; Liv. V, 49, 7; quindi il trionfo dell'uno fu paragonato con quello dell'altro, cfr. Dion, Hal. II, 34 ; perciò come nella storia di Camillo figura la preda veien-tana, in quella di Romolo diventato odioso ai suoi ha parte quella degli ostaggi di Veio, Cass. Dio. fr. 5, 11, p. 10 Boiss. E Romolo e Camillo, coinè tosto diremo, v. oltre p. 42, paiono essere stati equiparati anche nella cerimonia degli Idi di Ottobre, una nota festa di Giove, v. i Calendari ad. d.} che veniva collegata con il trionfo del primo e, per quel che sembra, anche del secondo.
(!) Herodot. I, 60.
| |
Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
|
Pagina (86/795)
|
da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
Fie Atena Pisistrato Rinunciamo Camillo Ardea Roma Galli Coriolano Servilio Camillo Veio Galli Roma Ardea Roma Giove Verrio Plin Ver-rius Canrillum Iovem Clearco Eraclea Giove Siracusa Dionisio I Giove Cesare Ovidio Postumio Tuberto Publicola Plut Marcello Viridomaro Plut Romolo Liv Hal Camillo Romolo Veio Cass Boiss Romolo Camillo Idi Ottobre Giove Calendari Herodot Ili Diod Popi Rom Camillo Dion Dio
|