Storia di Roma di Ettore Pais
42 CAP- V. - DALLA CADUTA DEL DECEMVIRATO ETC.
dei primitivi racconti, ma per questo periodo comincia a mancare un controllo alla narrazione liviana, che ci permetta sino ad un certo punto ricostruire i vari strati che precedettero la tarda redazione canonica. Nei pochi casi in cui possediamo qualche notizia che non derivi da autori che si limitarono a compilare gli annali dell'età sillana, scorgiamo tuttavia qualche divergenza; ed è naturale ricondurre agli antichi poeti ed ai primi annalisti che narrarono la storia romana quei molti elementi di carattere poetico che ornano anche la versione ufficiale. (*) Nella storia della presa di Veio appaiono infine chiare le traccie di quegli elementi sacri, che fornirono così di frequente la materia alla formazione di quella pseudo storia che avevamo fin qui esaminata. La data assegnata alla presa di Fidene, gli Idi di Sestile, si connettono certamente con una festa di Giove, (*) e così la leggenda riferita a proposito del vate etrusco, che sarebbe fuggito nell'accampamento romano o che dai Romani sarebbe stato fatto prigioniero, sembra nascondere una cerimonia analoga a quella che si compieva durante i ludi Capitolini agli Idi di Ottobre, allorché si soleva
(1) Non siamo in grado pur troppo di ricondurre con certezza qualche elemento ad Ennio, che naturalmente parlava di questi tempi (ci è pervenuto tuttavia un piccolo frammento del racconto che egli faceva della presa di Anxur sui Yolsci, Paul. ep. Fest. p. 22 M), ma abbiamo già notato, v. s. p. 20, n. 4, come forse era registrato da Catone l'aneddoto di Arante, variazione anche esso della storia di Yerginia. La storiella della statua di Giunone Regina (cfr. simili racconti greci in Polem. fr. 90 M, FHG. Ili, p. 146) ha un carattere affatto simile a quello della statua della Fortuna Muliebre, e può al pari di essa derivare dagli annali massimi, v. s. p. 30, n. 2 sgg. Stando a Sammonico Sereno apd Macrob. III. 9, 6 sqq. : * in cuiusdam Furii vetustissimo libro „ si parlava della forma di devozione con cui erano state invocate le divinità di varie città, fra cui di Yeio e Fidene, cfr. ib. 16. Codesto Furio, cfr. Bremer, op. cit. I, p. 29, è il console del 136, amante quanto mai delle cose elleniche e protettore dei letterati greci, Cic. de orai. II, 154. Egli dovette essere nna delle fonti delle memorie domestiche dei Furi. Cfr. al cap. sg.
Elementi di origine siceliota od in generale derivanti da scrittori della Sicilia. della Magna Grecia o di Marsiglia si possono ravvisare nelle notizie relative ai Liparei, all'aureo cratere, ed alla spedizione del grano siciliano nel 433 e nel 411 a. C.
(2) V. i Calendari ad. d.; v. s. p. 22, n. 3.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (89/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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