Storia di Roma di Ettore Pais
LA PRESA DI ARTENA E L'ANTICA ANNALISTICA.
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(sicché al tempo di Coriolano si parlava di Dionisio I, (l) allo stesso modo che la prima invasione punica in Sicilia del 480 venne fissata nel 431) comprenderą che non solamente la storia di Artena fu arbitrariamente anticipata al tempo dei re, ma che gli annalisti romani erano cosģ a corto di memorie sicure da non saper con certezza se codesta cittą si dovesse attribuire al territorio di Yeio anziché a quello della pure etnisca Cere, ovvero al paese dei Yolsci. E chiaro ad ogni modo che la notizia intorno al nome dei tribuni militari che avrebbero condotto questa guerra non ha maggior valore delle altre che si riferiscono ai nomi dei magistrati che avrebbero condotto a termine le varie guerre esterne di questo periodo. (-) Ciņ non di meno in mezzo ad una lunga serie di racconti che sono anticipazioni di avvenimenti posteriori, alcuni come quello
(1) Livio IV, 59 ad a. 406 a. C., parla solo della presa di Anxur o Ter-racina e non ha notizie di sorta rispetto a quella di Circeģ, sebbene poi nel 385 e nel 383, VI, 12, 6; 21, 2, rammenti i Circeiensi tra i coloni romani che si ribellarono. Diodoro, XIV, 16, invece fa ricordo dell'assedio di Tarracina all'a. 403 a. C. = Varr. 406 a. C. e parla della colonia fondata a Circeģ nel 390 a. C. = 393 a. C. Varr. Evidentemente questa volta č Livio che si scorda di ricordare la deduzione di Circeģ verso il 390, cosģ come altre volte č Diodoro colui che commette dimenticanze di questo genere (v. s. p. 75, li. 1; cfr. oltre al cap. VII e sg.) Da tutto ciņ appare ad ogni modo che tanto Diodoro quanto Livio rispetto alle guerre volsche ed alla colonizzazione di Anxur e Circeģ seguivano un complesso di fonti analoghe. Che l'orizzonte politico che si ha mente con la colonizzazione di Circeģ non sia quello che risponde all'etą anteriore all'invasione Gallica, vide anche il Clason, roem. Geschichte (Halle, 1876), II, p. 213 sg. La tradizione anticipa questa volta solo di qualche decennio; ma essa aveva gią parlato della colonia romana di Circeģ al tempo di Tarquinio il Superbo e di Coriolano, Liv. I, 56, 3; II, 39, 2; Dion. Hal. IV, 63; V, 61; Vili, 14.
(2) L'incertezza degli annalisti dipendeva pare, dal fatto che dovevano realmente essere esistite due Aliene una nel territorio etrusco, un'altra nel volsco, allo stesso modo che in una regione e nell'altra troviamo Velathri, ossia Volterra e Velletri. (Cosģ il nome di Artena ricompare anche nel territorio celtico-carnico, v. Paul. Diac. IV, 37, come in codesto stesso territorio troviamo i Subocriui Plin. NH. Ili, 133, nome che appare di frequente nei paesi sa-bellici, umbri, oschi, v. per es. Ocriculum ed ocrem = ocar arx= monte, v. Paul. ep. Fest. p. 180; cfr. Buecheler, Umbricci, p. 81 et passim). Se perņ gli annalisti non erano pił in grado di stabilire a quale delle due Artene ci riferissero i ricordi della guerra di cui parliamo, ciņ indica non solo la brevitą e la par-
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (94/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi pił antichi alla fine delle guerre puniche
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