Storia di Roma di Ettore Pais
50 cap. vi. - dall'invasione gallica etc.
l'invasione gallica avesse impedito agli Etruschi di ascoltare le domande dei Veienti, dei Capenati e dei Falisci, alleati a comune difesa contro Roma, e dicemmo come nel 391 a. C. essi avessero posto l'assedio a Chiusi. Fra i Chiusini ed i Romani, dice la tradizione canonica, in contraddizione a quanto aveva già affermato a proposito di Porsenna e della pace con lui conchiusa, 11011 v'erano relazioni di sorta. (*) Tuttavia davanti a così grave pericolo, di fronte ai nuovi e sconosciuti nemici, la città etrusca chiede aiuto ai Romani, i quali inviano come ambasciatori tre della gente Fabia, perchè invitassero i Galli a desistere dal molestare gente che non aveva ad essi recata offesa, e che era socia ed amica di Roma. (2)
del Mommsen, die gallische Katastrophe, nelle roem. Forschungen, e lo studio di lui su Manlio Capitolino, ib. II, p. 297 sgg., cfr. p. 179 sgg.; la mem. s. c. dell' Hirschfeld, il quale è pure autore del pregevole lavoro: Timagenes und die gallische Wandersage nei Sitzungsberichte dell'Accademia di Berlino, 1894, p. 831 sgg. Sulla cronologia delle guerre galliche, intorno al che espongo separatamente le mie vedute, oltre al Mommsen nelle mem. s. c., ha discusso il Niese, nelYHennes, XIII (1878), p. 401 sgg.
Sulla dipendenza delle fonti intorno alla guerra di Camillo con i Volsci, oltre al Burger, mem. c., v. Kesper, commentatio critica de Camillo Volscorum rictore (Lugduni Batavorum, 1886), e rispetto all'invasione gallica, fra gli altri, anche il Lackner, de incarsionibus a Gallis in Italiani factis, I (Regimonti, 1887), II (Gumbinnen, 18S8); cfr. Clason, roem. Gcschichte, I (Berlin, 1873), 1 sgg.; II (Halle), p. 66 sgg. che sono in generale ricerche molto insufficienti.
Circa la legge agraria attribuita a Licinio Stolone accetto in parte le vedute del Niese, nell'Hermes, XXIII (1888), p. 410 sgg. Mi discosto invece da codesto critico rispetto alla data della legge sui consoli, che va sotto il nome degli stessi personaggi; sul che v. anche s. parte I, p. 559.
(*) Liv. V, 35, 4: * Clusini . . . quamquam adversus Romanos nullum eis ius societatis amicitaeve erat, nisi quod Veientes consaguineos adversus populum Romauum non defendissent, legatos Romani, qui auxilium ab senatu peterent, misere,,. In Diodoro, XIV, 113, non si fa invece menzione di tale richiesta di aiuto; i Romani inviano ambasciatori xaxaay.s^0!1^00? oxpaxiàv xwv KsXxajv.
(2) Liv. Z. c. Secondo Diodoro, l. c. e Dionisio, XIII, 12, gli ambasciatori non sarebbero stati tre, come dice la vulgata, bensì due. Secondo Dionisio sarebbero stati due Fabì; Diodoro non li nomina, ina dice che erano figli di uno dei due tribuni militari; quindi non parrebbe che accennasse ai Fabì. Il Mommsen, roem. Fovschungen, II, p. 305, che parte dal concetto che la fonte di Diodoro sia Fabio Pittore, lo nega affatto; tuttavia che Fabio Pittore sia costantemente la fonte di Diodoro, non è ammissibile (cfr. s. p. 74); e da un argomento ex silentio „ non si
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (97/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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