Storia di Roma di Ettore Pais
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CAP. VI. - DALL' INVASIONE GALLICA ETC.
I Galli giunti alle porte di Roma le vedono spalancate; (l) secondo altri invece le trovano chiuse e le rompono. (*) Su ciò, come su tutte le circostanze dell'assedio gallico, vengono riferite varie versioni e particolari che tradiscono redazioni originariamente molto diverse fra loro. I Galli temono da principio insidie, ma poi, secondo la versione più diffusa, si accorgono che la Città è priva di difensori; entrano per la porta Collina, vedono chiuse le umili dimore dei plebei, aperte quelle dei patrizi, che hanno votato se stessi a certa morte per il bene della patria e del nome dei Quiriti. Rimangono stupefatti e presi di riverenza per codesti vecchi di aspetto venerabile; ma un Gallo insolente accarezza la fluente barba del senatore Papirio; costui lo colpisce nel capo, e con ciò è la causa per cui i nemici al rispetto facciano tosto tener dietro la strage. (3) La Città viene devastata e, ad eccezione di poche case poste nel Palatino, è data alle fiamme. (4) Di intatto non rimane che%il Campidoglio, e poiché non parve facile prenderlo di assalto, i Galli deliberano di lasciare parte dei loro ad assediarlo : gli altri, abbandonata Roma, si recarono a devastare le terre vicine. Gli Ardeati, guidati dal loro ospite Camillo, dànno però ad essi una sconfìtta eparole di Livio, V, 41, 3, ove, dopo aver detto che attesero a casa la morte dice: u sunt qui M. Fabio (Folio cod. Ver.) pontefice maxinio praefante Carmen devovisse eos se prò patria Quiritibusque Romanis tradant Nel compendio diodoreo non v' è nulla di tutto ciò.
O Liv. V, 39 sqq. ; cfr. Plut. Cam. 22.
(2) Diod, XIV, 115, 6: xag xs rcóXag ègéxoc};av.
(3) Valerio Massimo, III, 2, 7, in luogo di M. Papirio ricordato da Livio e Plutarco ha M. Atilio. Di un senatore Atilio, secondo la fonte di Verrio Flacco, apd Gell. NA. V, 17, si fa invece menzione dopo la sconfitta delPAllia. Non va però dimenticato che gli Atil! che noi conosciamo sono tutti plebei.
(4) Oltre che dell'incendio (a cui accennano tutte le fonti recenti, ed anche quelle già note a Cicerone, de divin. II, 38, 80, e le greche di Trogo Pompeo apd Iust. XX, IV, 4, 3) si parla della distruzione delle case ad es. da Plut. Cam. 22, 7: ¦/.atS7i:,j.7ipaaav y.cu y.axsaxatctov. Cfr. Serv. ad Aen. Vili, 652: u cuncta vastarunt octo integris mensibus, adeo ut quae incendere non poterant militari manu dirue-rent La notizia della distruzione della città si trova di già nella fonte di Diodoro, XIV, 115, 6; 116; 8, secondo cui si salvarono òXJycov oìxccbv èv z(p IlaXatiq). Vi si è veduta giustamente un'allusione alla * casa Romuli, „ ma va anche pensato a quella dei Valeri, che si trovava su questo colle, Ascon. in Pisonian. 52.
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Storia di Roma
Parte Seconda
di Ettore Pais
Carlo Clausen Torino 1899
pagine 746 |
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Pagina (101/795)
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da: Storia d'Italia dai tempi più antichi alla fine delle guerre puniche
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